I viaggi della speranza a Epidauro

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Il dio Asclepio, poi chiamato dai Romani Esculapio, per i Greci era il più sapiente ed abile guaritore e i malati nel VI sec. a.C.  andavano in visita ad Santuario di questo Dio che si trovava a Epidauro nel Peloponneso ed era gestito da sacerdoti-taumaturgi.

I malati offrivano al santuario i pinakes cioè tavolette votive in cui rappresentavano la loro guarigione e da cui sappiamo che i mali più comuni erano i vermi intestinali,paralisi, sterilità, calcolosi, idropisia, gotta e tumore.

I malati facevano anche sacrifici di animali e soprattutto di galli simboli di rinascita e poi facevano un rito di purificazione che consisteva in un bagno nella vicina fonte termale.

Bevevano poi infusi di erbe e dormivano in attesa di liberarsi dai mali o di ricevere in sogno dal Dio indicazioni per i giusti trattamenti.  Venivano anche curati dai sacerdoti e dai medici con strumenti quali bisturi, pinze, divaricatori e trapani per i denti.

In onore di Asclepio venivano organizzate le feste Asclepieie annoverate fra i giochi minori della Grecia che consistevano in competizioni sportive e musicali che erano parte integrante della terapia.

L’usanza continuò fino al V sec.d.C. quando Ippocrate di Kos fondò la medicina razionale che prese le distanze dalla religione.

 

 

1816: l’anno senza estate e ” la conquista del West”

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Nel 1816 vi fu l’esplosione in Indonesia del vulcano Tambora che sconvolse il clima dell’intero pianeta. Fu l’esplosione vulcanica più violenta degli ultimi 1.000 anni e le ceneri avvolsero molti territori facendo da filtro alle radiazioni solari.

Avvenne così, come conseguenza di tale accadimento, che nel mese di giugno nevicò abbondantemente a nord-est degli Stati Uniti d’America e a Quebec la neve raggiunse i 30 centimetri.

A luglio e agosto seguirono poi fortissime gelate che bruciarono i raccolti portando in totale miseria i contadini dell’ America nord- orientale. In questa situazione molti contadini emigrarono verso ovest e così iniziò la conquista del West.

Inoltre dopo 15 anni, e cioè nel 1832, New York divenne una città fantasma a causa di una epidemia di colera che uccise circa 3.500 persone. Questo avvenne perché l’abbassamento della temperatura che si era creato nel Golfo del Bengala aveva dato il via all’ evoluzione del batterio responsabile di questa malattia rendendola più aggressiva.

Attraverso le migrazioni delle popolazioni l’epidemia sbarcò in America portando morte e desolazione anche se da allora, proprio per contrastare la diffusione di questa malattia, si innescò nelle città americane un processo di modernizzazione con la messa in costruzione delle prime grandi reti fognarie.

 

I Vichinghi e i “trael”

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I Vichinghi erano grandi navigatori ma anche grandi schiavisti e mercanti di schiavi: ovunque arrivavano rapivano uomini e donne. Le donne venivano vendute alle popolazioni nordafricane e arabe e i maschi venivano destinati al lavoro dei campi, alla cura del bestiame ed alla manutenzione delle fattorie nei villaggi.

I Vichinghi non risparmiavano punizioni e percosse agli schiavi o “trael” e chi li uccideva doveva pagare soltanto un risarcimento in proporzione al loro valore. I trael però mangiavano come i padroni e quindi la loro dieta era ricca di grassi e proteine.

Se il padrone cadeva in battaglia, i suoi schiavi venivano decapitati con un’ascia rituale e il loro tronco veniva sepolto insieme al defunto affinché il morto potesse essere servito anche nel viaggio verso l’oltretomba.

Nel rito funebre un grande guerriero morto era posto con il cavallo, gli schiavi sacrificati e le armi su una barca che veniva incendiata e spinta al largo per il viaggio verso il Valhalla.

Simo Häyhä detto “la morte bianca”

 

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Simo Häyhä ( 1905 – 2002) è stato un contadino finlandese poi diventato militare e tiratore scelto durante la guerra d’inverno (1939 – 1940) contro l’Armata Rossa. Il cecchino con la sua infallibile mira uccise 505 soldati con il fucile, 200 con la mitragliatrice e forse fu responsabile di altri 500 morti.

Diventato un vero flagello, l’Armata Rossa usò a sua volta i migliori cecchini per dargli la caccia e addirittura bombe da artiglieria per stanarlo. Infatti nel 1940 Simo fu colpito alla mandibola durante un combattimento ravvicinato. Il proiettile lo ferì nella parte sinistra del viso e ci volle molto tempo perché potesse riprendersi.  Quando gli fu chiesto come aveva fatto a diventare un tanto abile tiratore egli rispose: “Pratica”.

Per essere veloce Simo Häyh portava con sé poco equipaggiamento, gli bastavano infatti, oltre al fucile e al mitra, solo una razione di cibo giornaliera e i caricatori delle sue armi.

Il suo successo era dovuto anche alla tattica d’attacco russa ad ondate che gli procurava bersagli molto ravvicinati e scoperti ed inoltre Häyhä adoperava tecniche insolite tra i cecchini: in particolare usava le tacche di mira fisse del suo fucile e non il cannocchiale. Questo per evitare che un eventuale riflesso sulla lente dell’obiettivo rivelasse la sua posizione.

Nonostante l’assenza di mirino telescopico, riusciva a centrare obiettivi anche da una distanza di 400 metri. Häyhä, alto solo 160 cm, si muoveva da solo durante le operazioni, standosene acquattato nella neve e sopportando per ore temperature che andavano dai -20 ai -40 °C e, al contrario degli altri cecchini finlandesi, non si appollaiava  sugli alberi.

Simo vestiva sempre di bianco per nascondere la sua presenza nella neve ed era solito compattare la neve di fronte alla canna, in maniera tale che non si sollevasse con lo sparo. Inoltre teneva in bocca della neve per non creare condensa con il proprio respiro. Dopo la guerra divenne un cacciatore di alci e un allevatore di cani. Morì a 96 anni ed è ancora considerato un eroe della storia militare finlandese.

La rivolta ungherese del 1956 e la bandiera col buco

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Nel 1953 Nikita Krusciov diede segnali di cambiamento ammettendo anche che Stalin fosse stato un dittatore. L’Ungheria a fine Guerra mondiale era fra gli sconfitti perchè si era alleata con le potenze dell’Asse e quindi con Germania, Italia e Giappone e per questo nel 1954  fu affidata ad un governo-fantoccio filosovietico con a capo Matias Rakosi.

Nel 1956 intellettuali e studenti di Budapest organizzarono un movimento di solidarietà ai Polacchi che avevano cominciato a manifestare contro il regime sovietico. Nel gruppo vi erano anche i membri del circolo Sandor Petofi che era il nome di un poeta ungherese protagonista della rivoluzione ungherese del 1848.

Presto alla manifestazione pacifica si unì tutta la cittadinanza e Rakosi minacciò misure molto pesanti contro i dimostranti ed allora la manifestazione diventò rivolta urbana a cui si unì anche il Questore di Budapest.

Il popolo fece irruzione nel quartiere generale della polizia sovietica e scoprì le disumane prigioni e gli strumenti di tortura utilizzati. Furono liberati i prigionieri fra i quali il cardinale Mindszenty ex primate della chiesa di Ungheria che quando era stato costretto a firmare le sue confessioni aveva sempre aggiunto sui fogli la sigla C.F. (Coactus Feci cioè lo feci sotto costrizione).

Emblema della rivolta contro l’oppressione sovietica è una bandiera col buco perché gli Ungheresi tolsero dal loro tricolore, semplicemente ritagliando un cerchio, i simboli comunisti: falce, martello, spiga di grano e stella rossa.

Vi fu un momento di grande confusione e di giustizia sommaria ma poi andò al potere Imre Nagy che voleva restituire la libertà agli Ungheresi con un programma di riforme graduali e senza tradire gli ideali comunisti.

L’Occcidente rimase indifferente perché riteneva la questione interna al blocco sovietico e inoltre insieme agli USA, in piena Guerra fredda, riteneva più importante occuparsi delle tensioni con l’URSS nate sugli interessi commerciali dopo la nazionalizzazione del canale di Suez.

Il 4 novembre 1956 Budapest fu invasa dai carri armati sovietici che avanzarono nelle vie deserte e silenziose mentre Nagy si rifugiava nell’ambasciata iugoslava ma fu tradito da Tito che lo consegnò a Mosca. Dopo due anni di prigionia fu seppellito a faccia in giù in una fossa comune e in una località segreta.

Molti Ungheresi furono giustiziati o imprigionati e 250.000 fuggirono dal paese. Janos Kadar  fedele di Mosca diventò capo di Stato con poteri illimitati fino al 1988 e solo dopo la caduta di Berlino nel 1989 furono fatti i funerali di Stato ai caduti e a Nagy.

Richmond has fallen!

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Richmond, chiamata la Città sul fiume, fu la capitale degli Stati Confederati del Sud durante la Guerra di Secessione (1861/1865) e si trovava in Virginia a soli 160 Km da Washington che era il centro dei nordisti.

Fu scelta per le difese naturali e gli ottimi collegamenti ferroviari e perché[ ricca di memorie storiche legate alla Guerra d’Indipendenza americana contro gli Inglesi (1775 – 1783).

Per merito del fiume James  che forniva energia meccanica alle fabbriche, in rapido sviluppo, la Città era un importante polo industriale che si distingueva fra i territori del sud che avevano una economia basata sulle piantagioni di tabacco e cotone coltivate dagli schiavi.

A Richmond le fabbriche furono riconvertite ad uso bellico e furono prodotti munizioni per l’ artiglieria, le piastre di metallo destinate alla prima nave corazzata chiamata Virginia, proiettili e bottoni per i soldati.

Mentre imperversava la Guerra in questa città si erano concentrati militari e impiegati, prigionieri di guerra che erano stati stipati in immense carceri, feriti, operai, schiavi, avventurieri, prostitute e speculatori.  La popolazione passò da 38.000 a 100.000 abitanti fra i quali si diffusero criminalità, fame ed epidemie di vaiolo.

Il 3 aprile 1865 Richmond, stremata da nove mesi di assedio, cadde in mano ai Nordisti e fu data alle fiamme dai difensori mentre i vertici confederati, con il Presidente Davis, fuggivano verso sud. Furono bruciati i rifornimenti alimentari ma gli incendi senza controllo, alimentati dai barili di whisky rotti per le strade e dai saccheggi ai magazzini del Governo, distrussero un quarto della città.

 

Mnesarete l’etera chiamata Frine cioè “rospo”

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Nel 371 a.C. Tespie (in Beozia), città natale di Mnesarete, venne rasa al suolo e lei si rifugiò con il padre ad Atene dove si adattò a fare i mestieri più umili.

Mnesarete crescendo diventò bellissima e prima cominciò a posare come modella per gli artisti e poi decise di diventare un’etera cioè una cortigiana di lusso. Le etere erano donne autonome e padrone delle proprie ricchezze, e che pertanto potevano essere processate, che emergevano anche per doti di bellezza, intelligenza, raffinatezza e cultura.

Mnesarete, che significa “colei che fa ricordare la virtù”, scelse il nome d’arte Frine che significa rospo in greco antico pare a causa della sua carnagione olivastra. Non era facile vederla nuda perché in pubblico indossava una tunica aderente e non frequentava i bagni pubblici.

Divenne sempre più ricca e desiderata tanto da poter scegliere gli amanti e rifiutare chi non le piaceva. Solo il filosofo Senocrate, insensibile ai piaceri, osò rifiutarla.

Divenne amante e musa ispiratrice dello scultore  Prassitele che la riprodusse nell’opera “Afrodite cnidia” poi Frine si mise con il famoso oratore, cioè l’attuale avvocato, di nome Iperide. Egli la difese quando fu accusata dal suo ex amante Eutia, che era un testimone pagato per sostenere false accuse nei processi, di aver organizzato festini orgiastici per venerare una nuova divinità. Probabilmente si trattava di un complotto per attaccare Iperide.

Il mito racconta che le cose si erano messe male e allora Iperide con un colpo di mano le tolse la veste e convinse i giudici ad assolverla per la sua bellezza.

Gli struzzi a quattro rotule

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Dopo l’estinzione dei dinosauri e senza grandi rettili con i quali dividersi il cibo o dai quali essere minacciati e senza ancora la presenza di grandi mammiferi, gli struzzi si trovarono padroni di grandi territori.

Senza più la necessità di volare svilupparono un corpo massiccio e persero la forza nei muscoli delle ali. Per sfuggire ai nuovi predatori si specializzarono nella corsa e infatti oggi sono in grado di correre ad una velocità superiore a 70 Km/h e fanno 5 metri con una sola falcata. Le ali, con apertura fino a 2 metri, sono solo a servizio della corsa perché usate come alettoni per dare stabilità ed utilizzate come freni per rallentare.

Gli struzzi hanno anche una doppia rotula per ogni zampa: quella inferiore serve a proteggere i tendini e quella superiore invece a rendere l’articolazione più rigida in modo che ci voglia più forza per distendere la zampa a livello del ginocchio che in questi animali si trova quasi nascosto perché è situato nella parte alta. A occhio si vede cioè la parte, che si piega all’ indietro, corrispondente alla caviglia umana e questa conformazione anatomica rende gli struzzi particolarmente veloci.

Gli struzzi sono inoltre tra i pochi uccelli dotati di pene ed hanno erezioni grazie all’apporto di fluido linfatico invece che tramite afflusso di sangue.