La torta greca di Capodanno con la moneta nascosta

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Una delle tradizioni greche legate all’arrivo dell’anno nuovo è quella di tagliare la “vassilopita” che significa la pita di Vassilis, cioè Aghios Vasileios, San Basilio, che in Grecia viene ricordato il primo gennaio.

La vassilopita è una torta  non molto elaborata che viene preparata alla vigilia del Capodanno e che all’interno nasconde una moneta come augurio di buona fortuna per l’anno nuovo.

La leggenda narra che in Asia Minore, circa 1500 anni fa nella città chiamata Kaisareia (Cesaria) in Cappadocia viveva San Basilio. Un giorno un signore della guerra chiese alla città che gli venissero consegnati tutti i tesori, altrimenti avrebbe distrutto tutto.

San Basilio, vedendo il pericolo, chiese ai suoi concittadini di raccogliere tutti i gioielli e le cose preziose che fossero in grado di trovare e di metterli tutti in uno scrigno di legno che portò al nemico.

Mentre San Basilio tentava di aprire lo scrigno tutti i presenti videro un bagliore e  apparve un cavaliere, che era San Mercurio con un esercito di angeli celesti, che annientò i nemici e salvò la città.

Per restituire poi i tesori ai loro proprietari, non sapendo cosa appartenesse e a chi, San Basilio diede l’ordine di preparare del pane ed in tutti i panini mise degli oggetti preziosi. Poi li fece distribuire ai concittadini e  quei panini furono le prime torte di San Basilio.

Oggi questi dolci hanno solo una moneta dentro e vengono tagliate dal capo della famiglia che prima fa il segno della croce tre volte sopra di loro con il coltello. Il primo pezzo tagliato viene dedicato a Cristo, il secondo alla casa, il terzo viene dato al più povero e poi il dolce può essere distribuito tra i membri della famiglia. Ogni volta che viene tagliata una fetta vi è grande curiosità per vedere a chi capiterà la moneta e quindi chi sarà il fortunato nell’anno nuovo.

I due Natali e i due Capodanni russi

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In Russia prima si festeggia il Natale cattolico, poi il Capodanno, successivamente il Natale ortodosso che cade il 7 gennaio ed infine il Vecchio Capodanno nella notte dal 13 al 14 gennaio.

Inizialmente il Capodanno veniva festeggiato il 1 settembre ma lo zar Pietro il Grande, volendo seguire le tradizioni europee, spostò i festeggiamenti al 1 gennaio secondo il calendario gregoriano.

L’usanza invece di celebrare il Natale il 7 gennaio e il Capodanno la notte dal 13 al 14 di gennaio è dovuta al vecchio calendario giuliano, in vigore nella russia prerivoluzionaria e, ancora oggi, ufficialmente riconosciuto dalla chiesa cristiana ortodossa.

Ai tempi dello Zar Pietro il Grande il Capodanno si svolgeva a San Pietroburgo, allora la capitale della Russia. Era un obbligo per tutti partecipare ai festeggiamenti di piazza che si svolgevano nei pressi della Fortezza di S.S. Pietro e Paolo.

Lo zar di persona ne prendeva parte e obbligava tutta la sua corte a presentarsi alla festa. Coloro che non si presentavano, perchè si dichiaravano malati, venivano portati dai medici e, se ritenuti falsi malati, per punizione  dovevano bere in pubblico un calice grande di vodka.

L’identità berbera

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I Berberi, popolazione molto numerosa stanziata nell’Africa settentrionale tra il Sahara occidentale e la Libia, si definiscono uomini liberi e sono molto diversi dagli Arabi che, a partire dalla conquista  nel 7° secolo d.C., vivono nelle stesse zone. Sono note le varie tribù del Marocco, i Cabili dell’Algeria ma minoranze berbere si trovano anche in Mauritania, nelle regioni più occidentali dell’Egitto settentrionale ed in alcuni stati dell’Africa occidentale, in particolar modo nel Niger e nel Mali dove vivono i Tuareg.

I Berberi parlano una lingua propria e si fanno comunemente discendere dalle genti mediterranee che popolarono l’Africa settentrionale in epoca protostorica e forse preistorica; si opposero sempre accanitamente ai conquistatori (Cartaginesi, Romani, Vandali, Bizantini, Arabi, Francesi, ecc.) e ciò ha permesso loro di conservare molte delle tradizioni originarie,

I Berberi sono sempre stati governati da diversi regni e imperi. Nella regione algerina della Cabilia, dopo la lingua tashelhit diffusa nel sud del Marocco, è in uso la lingua berbera col maggior numero di parlanti. Nonostante ciò questa lingua per molto tempo è stata completamente ignorata dalla costituzione algerina, e anche adesso, dopo che una modifica costituzionale del 2003 le ha riconosciuto un ruolo di “seconda lingua nazionale” accanto all’arabo, nella realtà mancano ancora misure concrete per un suo uso ufficiale anche solo all’interno della Cabilia.

La struttura della tribù berbera si fonda sulla grande famiglia patriarcale ma in Marocco la donna è piuttosto libera e nel Rif , negli altopiani del Marocco, i Rifiani spesso hanno occhi azzurri o verdi e capelli rossicci o biondi ed è riconosciuta anche la discendenza materna. La base dell’organizzazione sociale è il villaggio, con un consiglio degli anziani che aiuta il capo, e vi sono poi confraternite di mutua assistenza. Le feste religiose e familiari sono molto sentite: le cerimonie nuziali durano tre giorni, la nascita di un figlio è celebrata per sette giorni.

Fra i Tuareg, nomadi  del Sahara, le donne sono molto libere, non portano il velo ed  hanno il monopolio della lavorazione del cuoio. La religione predominante è quella islamica ma i Tuareg  sono poco praticanti. Le loro idee religiose rispecchiano credenze molto antiche, come la presenza di numerosissimi jinn , in arabo significa “geni, spiriti”, alcuni dei quali benefici, altri malevoli, che si aggirano sulla Terra provenienti da mondi invisibili. Vi sono stregoni che hanno il compito di avere contatti con i jinn in modo da neutralizzare le imprese di quelli malefici. È interessante la credenza che il pensiero umano possa dar vita a esseri magici che vivono in uno dei mondi invisibili che ci circondano.

Figura molto importante è il cantore o cantastorie che, accompagnandosi con strumenti musicali, racconta nei mercati le gesta degli eroi, la storia dei popoli, le vicende d’amore. Anche i medici sono molto rispettati e riconoscibili perché abbigliati con tuniche celesti e turbanti scuri con amuleti dorati. Sulle spalle portano cinghie che reggono davanti una tavola lunga quasi un metro e larga trenta centimetri con incastrate decine e decine di vasetti, materie prime per la loro farmacia ambulante. Hanno una visione unitaria dell’essere umano, dei suoi rapporti con Dio, con gli altri uomini, con l’Universo e usano centinaia di erbe e polveri curative, come menta, salvia, anice, malva, zafferano, hanna (Lausonia alba), le cui foglie disseccate sono antisettiche e combattono le infezioni.

I berberi fanno un massiccio utilizzo di tè alla menta (che è infatti la bevanda più consumata nel nord Africa) e di farine d’orzo per la creazione di piatti da consumare tutti assieme e di grande nutrimento come il cuscus. Inoltre sono stati i primi popoli a scoprire l’apporto energetico e nutritivo dei datteri e del miele.

SunShine Blog Award 2018

via SunShine Blog Award 2018

e blogger

SunShine Blog Award 2018

Yourborderline mi ha nominata per il SunShine Blog Awards 2018 e gliene sono molto grata, abbiamo aperto il blog quasi nello stesso periodo. Grazie Stefania.

Le domande che mi ha posto:

1) Come ti chiami?

Grazia

2) Cosa significa il nome del tuo blog?

E’ venuto per caso.

3) Qual è stato il regalo più bello che hai ricevuto per questo Natale e perchè?

Un viaggio fatto con i miei due cuori

4) Qual è il tuo frutto preferito?

La pesca.

5) Cosa non ti piace in te?

Soffro di noia.

6) Ti piace il lavoro che fai o quello che stai studiando o facendo?

No, vorrei fare del volontariato.

7) Hai scoperto qual è il tuo talento?

Ancora no….

8) Hai un proposito o obiettivo per il 2019? Qual è?

Un po’ di serenità.

9) Credi nell’amicizia?

A pezzi. Ognuno ti offre quello che vuole o semplicemente quello che può.

10) Cosa ti fà più male?

Vedere la mancanza di compassione.

11) Cosa ti dà il blog?

E’ uno stimolo per informarmi ed apprendere.

Ecco le regole da seguire per coloro che sono stati nominati per il SunShine Blogger Award:

– Ringraziare il blogger che ti ha nominato nell’apposito post dedicato al Sunshine Blogger Award e scrivere il link del suo blog.

– Rispondere alle 11 domande che il blogger ti ha posto.

– Nominare altri 11 blogger e chiedere loro 11 nuove domande.

– Informare i candidati sul contest commentando uno dei loro post sul blog.

– Elencare le regole e mostrare il logo di Sunshine Blogger Award nel tuo post e/o sul tuo blog.

I miei candidati:

experienceofthinking 

charlesvas

newwhiterbear

lwbut

Fabio Rocci

Figlia dei fiori

Massi Tosto

Harley

etilyle

alemarcotti

whith Love

carlomolinari

Le mie 11 domande:

1) Come ti chiami?

2) Quale posto ti piacerebbe visitare?

3) Ti piacerebbe vivere nel 3000? Come lo immagini?

4) Qual è il personaggio storico che più ammiri?

5) Quali sono le tue fragilità?

6) Ti capita di sognare ad occhi aperti?

7) Fotografia, disegno, scrittura, cinema, teatro. ..Quale attività preferisci?

8) Ombra, penombra o sole. Cosa preferisci?

9) Credi nei concetti di dignità e onore?

10) Cosa ti fà più male?

11) Cosa ti dà il blog?

Buon lavoro a tutti

Grazia

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I Krampus e San Nicola da Bari

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Nelle zone dil ingua tedesca, il Krampus è un essere demoniaco che accompagna San Nicola da Bari nella tradizionale sfilata lungo le strade del paese. Tale tradizione è legata al vescovo San Nicola e al suo servitore denominato Krampus che è un demonio sconfitto dal santo e perciò costretto a servirlo.

Queste manifestazioni, che si svolgono il 5 dicembre, sono nate più di 500 anni fa e sono tuttora festeggiate in Austria, Germania meridionale, in Slovacchia, Repubblica Ceca, Slovenia,Ungheria,  in alcune parti della Croazia, in Liechtenstein, in Svizzera, inTrentino Alto Adige ed in alcune parti del Friuli-Venezia-Giulia, in alcuni posti del Veneto e in provincia di Belluno.

La festa di San Nicola di Bari, vescovo di Myra, prevede una sfilata per le vie del paese con in prima fila il Santo, a piedi o su di un carro, che distribuisce dolciumi e piccoli regali , seguito dai Krampus, demoni inferociti, armati di fruste e catene.I Krampus, infatti, rincorrono, fra urla, mugugni e grida, i bambini, i ragazzi, ma anche gli adulti e i più anziani, spingono la gente, dando pesanti frustate e colpi di verga alle gambe di chiunque capiti tra i loro piedi.

I Krampus (dal bavarese krampn, ovvero “morto”, “putrefatto”, oppure dal termine kramp, che in lingua tedesca significa “artiglio” sono demoni dalle sembianze mostruose e animalesce che si aggirano per le strade alla ricerca dei bambini “cattivi”.

I loro volti sono coperti da terrificanti maschere diaboliche e i loro abiti sono laceri, sporchi. I Krampus durante le sfilate per le vie dei  paesi, agitano o suonano corni,  mentre frustano la gente. A mascherarsi, a volte anche in abiti femminili, sono esclusivamente gli uomini ma il Krampus, può essere anche femminile, e in questo caso si chiama Krampa. La maschera da loro indossata non deve mai essere tolta e anche gli spettatori non devono mai cercare di toglierla, pena il disonore per lo smascherato.

L’origine di questa usanza, nelle zone dell’area ex-austro-ungarica, risale al periodo pre-cristiano in quanto se ne hanno notizie almeno dal VI-VII secolo d.C. ed è legata in qualche modo al solstizio invernale. Si racconta che tanto tempo fa, nei periodi di carestia, i giovani dei piccoli paesi di montagna si travestivano usando pellicce formate da piume e pelli e corna di animali e andavano a terrorizzare gli abitanti dei villaggi vicini, derubandoli delle provviste invernali. Dopo un po’ di tempo, i giovani si accorsero che tra di loro vi era un impostore: era un demone che era riconoscibile solo grazie alle zampe a forma di zoccolo di capra.

Venne dunque chiamato in aiuto il vescovo Nicola che sconfisse il demone e così poi ogni anno i giovani, travestiti da demoni, sfilavano lungo le strade dei paesi, non più a rubare ma a “punire i bambini cattivi”, accompagnati dalla figura del vescovo che aveva sconfitto il male.

Durante la festa San Nicola interroga i bambini e si mostra con una folta barba bianca e regala dolci a quelli che si sono comportati bene  mentre rimprovera  quelli che si sonomale. San Nicola inoltre deve placare le ire dei Krampus nei confronti degli spettatori.

Appena il sole tramonta, San Nicola lascia la sfilata e così i demoni restano incontrollati e rispondono colpo su colpo alle provocazioni dei ragazzi e degli adolescenti. Le rincorse e gli inseguimenti da parte dei demoni possono durare anche ore, fino a quando i demoni svaniscono nelle tenebre.

In Alto Adige la sfilata dei Krampus con più storia di tutte è quella di Dobbiaco, che si svolge già dal 1996 ed è organizzata da un’associazione dedicata che porta il nome di “Foir Toifl Tobla”, letteralmente “I diavoli di fuoco di Dobbiaco”.

Vin brulè natalizio

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Per Natale, in considerazione anche del freddo invernale, si beve il vin brulè che peraltro è molto facile da preparare in circa 20 minuti di cottura e 10 minuti di preparazione. Gli ingredienti per sei persone sono:

Si inizia grattugiando delicatamente l’arancia e il limone, evitando la parte bianca.In una pentola si mescolano le scorze degli agrumi, tutte le spezie e lo zucchero, poi si  aggiunge il vino rosso e si porta lentamente a ebollizione, mescolando finché lo zucchero non si sarà sciolto.

Si fa cuocere il composto a fuoco basso per 20 minuti, mescolando ogni tanto senza far bollire il liquido che poi è da filtrare con un colino e da versare in bicchieri resistenti al calore. A questo punto si possono decorare i bicchieri le fette di arancia e le stecche di cannella.

Lo stupefacente medley di suoni degli uccelli lira

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Menura Latham è un genere di uccelli canori, della famiglia Menuridae alla quale fanno capo due specie conosciute col nome di uccelli lira che sono note in tutto il mondo grazie alle coreografiche piume caudali del maschio. I maschi si servono infatti di queste piume durante il corteggiamento per attrarre il maggior numero di femmine possibile, dispiegandole in avanti a foggia di una lira.

Gli uccelli lira sono diffusi in Australia, in particolare nelle aree di foresta pluviale della parte orientale, e in Tasmania dove furono introdotti nel XIX secolo. Misurano sino a quasi un metro di lunghezza, valore che li rende fra i rappresentanti più grandi dei passeriformi.

Assomigliano a grossi merli grigiastri e sono  piuttosto schivi per cui è abbastanza difficile riuscire ad avvistarli. Si muovono camminando velocemente nel sottobosco, volando piuttosto goffamente e solo per brevi distanze e  di fronte al pericolo preferiscono correre e cerdare rifugio nelle tane di altri animali.

Si nutrono principalmente di insetti e di altri invertebrati che trovano sul terreno e qualche volta mangiano anche semi e frutti. Sanno imitare alla perfezione i più svariati suoni e di questa dote si servono soprattutto i maschi durante le parate nuziali volte a conquistare le femmine, che peraltro sono anch’esse ottime imitatrici. In queste occasioni si esibiscono in veri e propri medley di suoni della più varia entità.

La ragione di questa grande capacità vocale è da ricercarsi nella complessa struttura del siringe, che negli uccelli lira è molto muscoloso e consente loro un repertorio vocale praticamente illimitato, che va dal suono di una motosega allo schiamazzare di un branco di animali, all’esecuzione completa di arie per flauto e alle esplosioni, spesso emettendo contemporaneamente suoni di due toni differenti.

 

Le bellezze di Madrid

Mappa di Madrid in Spagna

Il Museo del Prado è il museo più importante di Madrid e di tutta la Spagna ed ospita più di 7.600 dipinti e 1.000 sculture, molti rinascimentali e moderni. Importante è la  collezione di pittura spagnola con opere di Goya e Velázquez, come il famoso Las Meninas. Vi sono anche opere dei grandi dell’arte europea, come La sacra famiglia di Raffaello, l’Autoritratto di Dürer, Artemisia di Rembrandt, L’imperatore Carlo V di Tiziano, Le tre Grazie di Rubens.

Il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia si trova vicino al Museo del Prado e ospita opere di arte moderna e contemporanea. E’ ubicato in un ex ospedale neoclassico del XVIII secolo e si trova nella punta meridionale del Triangolo dell’Arte di Madrid, la zona dei musei. La sua collezione permanente comprende molte opere di grandi artisti spagnoli del Novecento, l’attrazione principale è infatti il Guernica di Picasso, ma vi sono amche opere di Salvador Dalí, Joan Miró, Jorge Oteiza, Andy Warhol.

Anche il Museo Thyssen-Bornemisza  si trova nel Triangolo dell’Arte di Madrid e mostra più di 700 pezzi provenienti dalla collezione privata della famiglia Thyssen-Bornemisza ed oltre 240 in prestito da quella di Carmen Cervera, vedova del barone Thyssen. Le opere, che vanno dal XIII secolo fino all’arte contemporanea, comprendono opere del Rinascimento, del Manierismo, del Barocco, dell’Espressionismo e della Pop Art. L’impressionismo e il post-impressionismo sono  rappresentati dalle opere di Manet, Renoir, Monet, Degas, Pissarro, Van Gogh, Gauguin, Cezanne e Toulouse-Lautrec.

Il Palazzo Reale di Madrid è la residenza ufficiale dei Reali di Spagna, che lo utilizzano in occasione delle cerimonie di Stato. Con 135.000 metri quadrati e 3.418 camere è il più grande Palazzo Reale di tutta l’Europa occidentale. È stato costruito dal re Filippo V, sul lotto dove si trovava il Real Alcázar nel XVIII secolo, ed è un perfetto esempio di architettura barocca. Di particolare rilievo sono la Porta del Principe, sul lato orientale, i Giardini di Sabatini, parco monumentale ubicato davanti alla facciata settentrionale, Campo del Moro sul lato sud, ma soprattutto i lussuosi interni, fra i quali emerge la Sala degli Alabarderos dove ammirare un affresco del Tiepolo raffigurante l’Apoteosi di Enea.

Di fronte alla facciata meridionale del palazzo si trova la Catedral de Santa Maria de la Almudena. La facciata principale della cattedrale è caratterizzata da un porticato di ispirazione toscana, mentre la sovrastante loggia è di ordine ionico; sopra la loggia, in una nicchia in stile barocco, è situata la statua della Vergine dell’Almudena, affiancata da quattro sculture raffiguranti Sant’ Isidoro, Santa Maria de la Cabeza, Santa Teresa d’Avila e San Fernando.

La Plaza Mayor si trova nel cuore della vecchia Madrid, risale al 1619 ed è un perfetto esempio di architettura del Secolo d’Oro. Di pianta rettangolare, la piazza è completamente racchiusa da edifici di tre piani con 237 balconi che si affacciano su di essa, fra i quali quelli della Casa de la Panaderia. Qui si trova il ristorante Casa Botin che, fondato nel 1725, si dice sia il ristorante più antico del mondo. La piazza dispone di ben nove accessi di cui il più famoso è l’Arco de Cuchilleros ed al centro ha una Statua Equestre di Felipe III.

La famosa piazza la Puerta del Sol è sede di manifestazioni e luogo famoso per i 12 rintocchi che nella notte di San Silvestro annunciano il nuovo anno. Rappresenta anche il kilometro 0 della rete stradale della Spagna cioè il punto da cui partono tutte le strade del paese. Simbolo della città di Madrid è una scultura posta nel centro della piazza: la Statua dell’Orso, edificata nella seconda metà del XX secolo ed opera dello scultore Antonio Navarra Santafé.

La Gran Via parte da via Alcalá e termina a Piazza di Spagna ed è stata costruita agli inizi del XX secolo per collegare la zona nord-ovest della città con il centro di Madrid. E’ molto frequentata per lo shopping, i locali come il Museo Whip preferito da Hemingway e perchè il tratto che si sviluppa intorno a Plaza Callao è pieno di teatri musicali tanto da essere chiamato il “Broadway di Madrid”.

Nel Barrio La Latina di domenica mattina vi è il Mercato del Rastro, il mercato delle pulci più importante della città. Il Rastro è nato alla metà del XVIII secolo, e viene allestito settimanalmente da più di 250 anni nel quartiere di Lavapiés. Si trova di tutto, dai vestiti vintage di tutti i tipi a oggetti da collezione.

Il Parco del Retiro ha 118 ettari di spazi verdi ed è pieno di artisti di strada che improvvisano spettacoli a tutte le ore. Nella via delle Statue vi sono sculture dedicate a vari re e regine di Spagna e si trova anche la Fontana dell’Angelo ribelle, dedicata al diavolo. Sono interessanti anche La Rosaleda, il Crystal Palace, che ospita  mostre di arte contemporanea, e il lago artificiale accanto al monumento in onore di Alfonso XII.

Lo Stadio Santiago Bernabeu, inaugurato nel 1947, conta più di 81.000 posti a sedere e qui il Real Madrid è diventato la squadra famosa di oggi. Nel museo dello stadio vi sono i trofei conquistati dalle merengues, per la casacca color meringa, ed è rappresentata la storia del mitico club.