Grigorij Efimevic Rasputin, chiamato in famiglia Grisha, era nato nel 1871 in un piccolo villaggio siberiano vicino ai monti Urali. Adolescente, durante un attacco di febbre, ebbe una visione e, secondo le sue parole, gli apparve la Madonna che gli parlò e lo guarì.
Da quel momento Rasputin incominciò ad interessarsi alla religione ed in particolare agli “Starec” monaci e profeti erranti che allora venivano accolti con grande rispetto nei villaggi russi. Sposato a vent’anni dopo la morte del figlio a pochi mesi dalla nascita, cadde in un periodo di depressione dalla quale guarì grazie ad un’altra apparizione della Madonna, che gli ordinò di lasciare tutto e di partire.
Trasformato in Starec, venne a contatto con esponenti di una setta considerata illegale, ma molto popolare in Russia: i Chlisty. Questa setta era critica nei confronti della Chiesa ortodossa ufficiale accusata di corruzione e decadentismo.
La visione religiosa dei chlisty era molto particolare: l’uomo avrebbe potuto purificarsi dal peccato solo abbandonandovisi totalmente e, attraverso il pentimento che ne sarebbe seguito, ascendere alla catarsi. Fisicità e religiosità si sposavano in questo credo che faceva del rito erotico e delle congiunzioni carnali, anche di gruppo, una delle sue caratteristiche fondamentali.
Lo sguardo intenso e allucinato con qualcosa di magnetico di Rasputin avevano una grande presa sulla gente, le sue parole, nella semplicità di un’analfabeta, erano convincenti e la fama di uomo santo si diffuse e così egli entrò in contatto con le figure più eminenti della chiesa russa e poi, attraverso il mondo dei pope ortodossi, venne accolto nei salotti dell’alta società.
Nel 1905 Rasputin, preceduto dalla fama di guaritore, venne ricevuto al Palazzo degli Zar dove riuscì misteriosamente ad arrestare il flusso di sangue che stava uccidendo il piccolo Alessio, figlio emofilitico dello Zar.
Seguendo la propria filosofia chlisty, si abbandonò ad ogni tipo di piacere, mantenendo però, in presenza della famiglia imperiale, una condotta irreprensibile atteggiandosi a tutore dello zarevic Alessio e suo protettore. I rapporti della polizia segreta sulla sua condotta vennero sempre considerati dallo Zar frutto di maldicenze .
Il monaco, pacifista convinto, cercò di opporsi alla prima Guerra Mondiale e, mentre lo Zar Nicola era al fronte, cercò di manipolare la Zarina Alexandra per portare la Russia alla pace. Con le sue manovre il monaco si fece nemici: la casta militare, l’aristocrazia nazionalista, la destra, ma anche l’opposizione liberale lo accusarono di tradimento a favore della Germania.
Una congiura di nobili decretò la fine di Rasputin che, attratto in una trappola, nella notte fra il 16 ed il 17 dicembre 1916 venne prima avvelenato , poi sparato con un colpo di pistola al cuore, infine abbattuto a randellate ed il suo corpo gettato nella Neva. Sembrava non volesse morire mai.
La zarina Alessandra accolse con disperazione la notizia, ma lo zar Nicola tenne un atteggiamento tale che, tenuto conto che tra i congiurati c’erano nobili imparentati con la Corona, nessuno venne punito per il delitto.
Quando la notizia della morte di Rasputin si diffuse gli assassini vennero considerati dalla nobiltà eroi che avevano salvato la Russia dall’influenza di Alexandra, di discendenza germanica, e del folle monaco Rasputin.
Invece i contadini considerarono l’omicidio del monaco come l’ennesimo sopruso ai danni del popolo da parte degli aristocratici. La sua morte fu quindi la goccia che fece traboccare il vaso.
A soli tre mesi dalla morte di Rasputin, la famiglia reale fu imprigionata, molti membri furono arrestati e almeno venti fucilati sul posto. Meno di due anni dopo la morte del monaco pazzo, la famiglia reale veniva annientata.
Domanda: cosa significa in russo Rasputin?