Ludwig, era bello, intelligente, sensibile, slanciato e misurava 1.93 di altezza ed era re. Eppure il tormento gli divorava l’anima. Forse era la pazzia o forse il fardello dell’omosessualità in una epoca di esasperato moralismo.La sua sensibilità eccentrica lo portò inoltre a sperperare i beni dello Stato causando lo sconcerto dei ministri e la propria rovina. Nessuno è mai riuscito a decifrare pienamente l’universo mentale del Märchenkönig (re delle favole), come lo chiamano i Bavaresi. Il suo medico lo disse paranoico, gli psichiatri odierni parlano di personalità schizoide.
Era nato nel 1845 dall’unione di due sovrani di bell’aspetto: il principe Massimiliano II e la principessa Maria. Del resto anche suo nonno Ludovico I era stato un uomo di solare bellezza e tra le sue conquiste vi era anche la celebre ballerina spagnola Lola Montez.
I genitori lo educarono in modo più che rigoroso e a al piccolo Ludwig mancò il loro amore perchè furono sempre freddi e distanti nei suoi confronti. Così, passando da una bambinaia all’altra, da un precettore a un maestro di scherma, Ludwig crebbe insieme con il fratello minore Otto e cercò le prime gioie altrove, tra i dipinti mitici e gli arazzi istoriati che narravano le saghe nordiche degli eroi. La letteratura lo affascinò sin da ragazzino, si sentiva a suo agio in un mondo fantastico.
Nel 1848, suo padre il principe Massimiliano divenne re poi quando nel 1964 anche Massimiliano morì il giovane Ludwig, a soli 18 anni, si trovò velocemente re di Baviera. Da quel momento iniziò l’epoca dell’arte, della glorificazione della musica, dei progetti architettonici più azzardati e dei perenni cantieri di costruzione ovunque, nonché dello sperpero del denaro di Stato.
Innanzitutto Ludwig finanziò abbondantemente il compositore e amico Richard Wagner, il quale confezionava un’opera dopo l’altra in onore del re. Questo suo fanatismo per Wagner, che nel frattempo conduceva una vita principesca, raggiunse un punto tale che Ludwig fu costretto dalla corte ad allontare il compositore dalla Baviera.
Ma le maggiori spese erano causate dalla smania di costruzione di Ludwig che non riguardava edifici di uso pubblico, bensì castelli a uso privato. Castelli da favola: questi edifici eretti nel cuore della natura sono oggi famosi e meta continua di turisti giunti da tutto il mondo: Linderhof, Herrenchiemsee e poi il grandioso Neuschwanstein, che rimase incompiuto.
Di certo il re non fu amante della politica e della guerra e cercò sempre di mantenere una posizione pacifica e relativamente neutrale anche durante i conflitti fra Prussia e Austria. Alla fine, pressato dai suoi ministri, si schierò dalla parte dell’Austria ma la Baviera uscì sconfitta dal conflitto armato e dovette pagare ai Prussiani un risarcimento di ben 30 milioni di fiorini d’oro.
Per tutta la sua vita Ludwig fu tormentato dalle inclinazioni omosessuali, molto presto si rese conto di non provare nessuna attrazione per il sesso femminile e la successione al trono si presentò come il primo problema da affrontare. Era necessario avere un erede maschio e Ludwig accondiscese al matrimonio con la cugina Sophia, sorella dell’Elisabeth imperatrice d’Austria più nota come Sissi, ma poi rinunciò.
Secondo recenti studi si nascondeva qualcos’altro oltre la cortina di segreto di cui il giovane re amava circondarsi. Ludwig usò violenza a dei suoi soldati, costrinse giovani servitori a prestazioni sessuali per soddisfare le proprie voglie. A ciò si aggiunge la stima sospetta dello scrittore austriaco Leopold von Sacher-Masoch (dal cui nome deriva il termine masochismo) nei suoi confronti. Questi disse di considerare Ludwig un’anima gemella.
Tra fallimenti politici, costruzioni da megalomane e l’idea folle di organizzare un complotto che portasse alla caduta dei suoi ministri in Baviera per poter poi fondare un regno nuovo nelle Isole Canarie , Ludwig era sempre più triste, più grasso e sempre più sdentato. Appena quarantenne, il re era già distrutto.
Di pari passo con le stranezze di Ludwig, si palesava ormai con estrema chiarezza anche la malattia mentale di suo fratello Otto. Evidentemente gli strategici matrimoni fra consanguinei, prassi normale nella dinastia dei Wittelsbach, recavano i loro frutti amari.
Si decise per l’interdizione del re: nel 1886 i medici stilarono una perizia psichiatrica sulle condizioni mentali del re e dichiararono che il sovrano era malato di mente e diagnosticarono un’inguaribile paranoia. Il 9 giugno Ludwig fu interdetto, sospeso dalla carica di governante del regno e imprionato nel castello di Berg, sul lago di Starnberg, dove viveva in libertà vigilata, sempre scortato da medico e infermieri.
Da questo castello a sera del 13 giugno 1886, il re uscì a fare una passeggiata lungo il lago insieme con il suo medico, il dottor von Gudden. La cosa strana è che proprio quella sera il medico disse al personale del castello di voler uscire da solo con il re, mentre di solito i due si allontanavano soltanto se accompagnati dagli infermieri.
Nessuno li vide arrivare per la cena e si decise di mandar fuori dei gendarmi e tutti gli uomini a disposizione nel castello, muniti di lanterne, per scandagliare le rive del lago. Si trovò così il cadavere di Ludwig e a circa 25 passi dalla riva del lago galleggiava anche il corpo senza vita del dottor von Gudden. L’orologio da tasca del re, a causa dell’infiltrazione d’acqua, si era fermato alle 18,45. Quello di von Gudden segnava le 20,10.
La versione ufficiale parlò di suicidio del re per annegamento con conseguente morte accidentale del medico, avvenuta nel tentativo di salvare a Ludwig la vita. Il 15 giugno ben13 medici esaminarono il corpo di Ludwig ma i risultati non furono resi pubblici, in modo completo. Poi il re fu imbalsamato, e portato nella cappella di palazzo dove rimase per tre giorni. Il 19 giugno ci fu a Monaco la grande cerimonia funebre con deposizione della bara nella cripta dei regnanti. Il cuore di Ludwig invece, fu preventivamente rimosso e deposto il 16 agosto nella Gnadenkapelle di Altötting.
A tutti questi elementi, senza dubbio interessanti, si contrappone il silenzio della famiglia Wittelsbach, che rifiuta di mostrare documenti che forse potrebbero aiutare a far luce sull’enigma e di far eseguire un nuovo esame patologico con l’aiuto della tomografia computerizzata.
Nel referto dell’ autopsia eseguita poco dopo la morte del re manca qualsiasi indicazione di morte per annegamento e non si parla mai di schiuma nella bocca o nel naso, e nemmeno di acqua del lago presente nei polmoni. Non c’è, ovviamente, neanche nessun accenno a delle ferite di arma da fuoco.
Restano, tra le voci dei primi testimoni, quelle di alcuni pescatori del lago, che dissero di aver udito degli spari di arma da fuoco provenire dalla riva. Ma alla fine di quell’Ottocento fin troppo moralista e rispettoso della memoria dei re, nessuno ha voluto prendere in seria considerazione le loro parole di popolani.