L’uomo agisce come una rana

Se una rana si tuffa in una pentola d’acqua bollente, salta subito fuori perché avverte il pericolo. Ma se si tuffa in una pentola d’acqua tiepida, che viene portata lentamente a ebollizione, non si muove affatto, rimane lì anche se la temperatura continua a salire. E alla fine muore bollita, se qualcuno non la salva. Il nostro sistema nervoso collettivo è come quello della rana: serve una scossa improvvisa perché ci rendiamo conto del pericolo. Se invece ci sembra graduale, anche se arriva velocemente, restiamo seduti senza reagire

(La Scelta, 2009 – Albert Arnold Gore Jr., detto Al, politico e ambientalista statunitense. È stato il 45º Vicepresidente degli Stati Uniti durante la presidenza Clinton dal 1993 al 2001).

Il cratere di Marte che sembra un grande occhio

Molto al di sotto della telecamera del Mars Express dell’ESA, un grande cratere dalle dimensioni di una città si apre sulla superficie del pianeta rosso Marte e macchie di materiale scuro lo fanno apparire come un enorme occhio che guarda le stelle. 

Il cratere, che misura 30 chilometri di diametro, si trova in una regione nell’emisfero meridionale di Marte conosciuta come Aonia Terra. Il pianeta è pieno di crateri e questo, che non è il più grande, non è lontano dal cratere Lowell, che misura ben 200 chilometri di diametro.

Si pensa che Lowell, e molti dei crateri della regione, siano stati scavati da massicci impatti avvenuti circa 4 miliardi di anni fa, durante un periodo violento del primo Sistema Solare noto come Late Heavy Bombardment.

Anche la Terra è stata bombardata, un processo che si pensa abbia seminato il piccolo pianeta con acqua e composti organici, ma i processi atmosferici e sismici hanno cancellato gran parte delle prove dalla superficie del nostro pianeta.

Su Marte invece le prove rimangono e aiutano a comprendere i tempi più turbolenti nella storia del Sistema Solare. Un violento impatto scava materiale che altrimenti potrebbe essere nascosto sotto la superficie, creando nuove geologie e composizioni superficiali che diventano più complesse e varie.

Il cratere che pare un occhio si trova in un terreno scavato da canali, probabilmente creati da fiumi di acqua liquida che scorrevano sulla superficie miliardi di anni fa. In questi canali si possono vedere tracce di materiale più scuro, e alcuni di essi sembrano addirittura sollevati, forse a causa di materiale resistente all’erosione che si deposita nei letti dei fiumi prosciugati e rimane anche quando le pareti del fiume vengono spazzate via da tempeste di vento.

Al centro del cratere si può vedere anche materiale più scuro, sotto forma di una duna ombrosa e increspata e anche tumuli conici suggerendo che agisca come una sorta di bacino per l’accumulo di materiali.

Perché sono belle le farfalle

Salvador Dalì

Perché sono belle le farfalle? Non certo per il piacere dell’uomo, come pretendevano gli avversari di Darwin: esistevano farfalle almeno cento milioni di anni prima del primo uomo. Io penso che il nostro stesso concetto della bellezza, necessariamente relativo e culturale, si sia modellato nei secoli su di loro, come sulle stelle, sulle montagne e sul mare.
(Primo Levi)

L’ innovazione stilistica dell’architetto austriaco Josef Franz Maria Hoffmann

Josef Franz Maria Hoffmann (Brtnice 1870 – Vienna 1956) è stato uno dei maggiori architetti austriaci. Discendente di ricca famiglia borghese, frequentò la Staats gewerbeschule di Brno e il suo primo lavoro fu nell’Ufficio di edilizia militare di Würzburg. Nel 1892 si trasferì a Vienna per completare la sua formazione all’Accademia di belle arti, dove incontrò Otto Wagner, primo vero innovatore della cultura architettonica viennese.

Si formo’ quindi a Vienna a cavallo di due secoli, quando la città era culturalmente tra le più attive d’Europa e immersa nel clima dell’Estetismo, del rinnovamento delle arti e del gusto e nella suggestione di personaggi letterari che consumavano l’esistenza nutrendola nel culto della bellezza: l’arte per l’arte.

Tra i primi impegni della sua carriera vi fu la collaborazione con la Secessione viennese, sulla cui rivista Ver Sacrum pubblico’ vari progetti anche d’arredamento. Ma nella carriera di Hoffmann rimase una pietra miliare la fondazione, nel 1903, insieme al designer e decoratore Koloman Moser, della Wiener Werkstätte un’associazione impegnata a promuovere e produrre artigianato artistico in contrapposizione al dilagare del design industriale, arruolando tanti creativi appartenenti alla sfera delle arti applicate. L’associazione resto’ in vita per un trentennio, abbastanza da lasciare il segno.


Nella tendenza all’astrazione geometrica di Hoffmann vi è una cifra stilistica che lui ha ripetuto nel tempo su oggetti di sua ideazione che si tratta semplicemente di un quadrettato. Che sia in legno o in metallo, questa forma, spesso di piccole dimensioni, diviene l’elemento che lo rende riconoscibile.

Negli anni giovanili, progettando i suoi primi villini per la borghesia viennese, mostro’ libertà interpretativa ma poi passo’ ad un modernismo limpido e funzionale nel progettare il Sanatorio di Purkersdorf (1904-06) di Vienna, che è il suo primo lavoro impegnativo, curando totalmente l’allestimento degli interni. Fece uso del calcestruzzo armato che gli permise di articolare liberamente volumi e spazi.

Al tempo stesso, tra il 1909 e il 1911, con la realizzazione di Casa Ast a Vienna (1909-11) utilizzo’ elementi classicisti, realizzandoli in cemento, trasfigurandoli però con personale fantasia, nei modi di una sintetica trasfigurazione geometrizzante che si pone fra i modelli più efficaci del gusto Déco in architettura, compresa quella d’interni, di cui appunto Hoffmann è ritenuto un immediato precursore.

Da qui in avanti si susseguono importanti committenze, pubbliche e private, con frequenti incarichi anche nell’allestimento di edifici di rappresentanza per esposizioni internazionali. Suo è infatti il Padiglione Austria ai Giardini della Biennale, inaugurato nel 1934.

Poi arrivarono gli eventi drammatici della prima metà del Novecento austriaco: due devastanti guerre mondiali, la traumatica fine dell’impero asburgico, gli anni tragici del nazionalsocialismo. Per tale regime Hoffmann non si fece scrupolo d’accettare commesse, pur rimanendo legato ai propri gusti. È del 1940 la realizzazione della Haus der Wehrmacht di Vienna, la Casa della Wehrmacht con il circolo ufficiali, poi distrutta durante un bombardamento. Il suo ultimo progetto, tra il 1953 il 1954, riguardo’ però un edificio di abitazioni sociali a Vienna, in Heiligenstädterstrasse.

Chiarezza, semplicità geometrica, sobrietà, eleganza, raffinatezza, bizzarria ed equilibrio sono i termini con i quali i critici italiani di inizio Novecento identificano lo stile di Josef Hoffmann. Uno stile così connotato e innovatore che, muovendo da una radicale interpretazione secessionista del Modernismo, si arricchisce di elementi classici, a partire dagli anni Dieci, e, soprattutto nel primo dopoguerra, di citazioni dalla storia, assumendo di fatto il ruolo di modello di riferimento per gli architetti e i designer italiani negli anni Venti e Trenta.

L’ espansione del servizio Starlink

Oggi Starlink, il sistema di connettività satellitare a Internet di Elon Musk, già accessibile per un numero limitato di utenze previa lista d’attesa, è attivo anche in Italia e in altri 31 Paesi senza i lunghi tempi di attesa per ricevere antenne e altri materiali visti in passato.

Al momento la connessione è possibile in gran parte d’Europa, dall’Italia alla Romania, con eccezione di Creta e alcune isole greche, oltre che negli Stati Uniti, nell’Australia meridionale e in Nuova Zelanda, in Cile e in alcune regioni brasiliane. Per gran parte del resto del mondo, invece, la disponibilità sarà a partire dal primo trimestre del 2023. Altre zone sono fuori dai programmi: Russia, Cina, Venezuela, Cuba, Iran, Siria, Afghanistan.

Da 25 Paesi si sale dunque a 32 e il servizio, cioè la spedizione dello Starlink Kit con dentro antenna, router Wi-Fi, cavi e base, è assicurato in tempi rapidi. Nello scorso mese di marzo le utenze attive nel mondo, consumer e professionali, erano appena 250mila e concentrate negli Stati Uniti.

Grazie all’uso di una costellazione di migliaia di satelliti, posizionati in orbita terrestre bassa, cosa che ha inquietato scienziati e appassionati di osservazione del cielo per l’inquinamento luminoso che sta generando, Starlink consente chiamate video, gaming online, streaming e altre attività a elevato consumo di dati. Ai clienti vengono assicurate velocità di connessione tra 100 e 200 MB/s e latenza a partire da 20 MS nella maggior parte delle località.

Il servizio in Italia ora è disponibile al prezzo di 644 euro per il kit iniziale, cui aggiungere 75 euro per l’imballaggio e la spedizione, e poi occorre pagare 99 euro al mese di abbonamento. È un servizio carissimo per una media utenza domestica, dove la banda larga dei principali operatori è più che sufficiente per seguire film e sport in streaming, navigare, giocare, lavorare o scaricare file ingombranti. 

Discorso diverso per le comunità rurali mal raggiunte da fibra e connettività mobile. Basti pensare al fiasco delle ultime gare per portare le antenne 5G sulle cosiddette aree bianche con quasi un miliardo di sussidi che sono andate deserte. In quei contesti Starlink sarà fra le poche soluzioni disponibili.

Fino all’anno scorso la Commissione statunitense per le Telecomunicazioni, aveva autorizzato circa 12mila satelliti del programma, che tuttavia dovrebbe spingersi a lanciare almeno 30mila oggetti tenuto conto che ne vengono prodotti circa 8 al giorno. Al momento il conteggio più aggiornato dice che vi sono oltre 2300 satelliti Starlink lanciati dal 2018, di cui circa 2mila operativi e gli altri tenuti a diversi stadi di attivazione .

ll numero è quasi 5 volte superiore a quello dei satelliti della costellazione rivale OneWeb e in costante aumento. Per una prima, completa copertura globale si stima che ne serviranno almeno 4400, perché al momento Africa, Medio Oriente, il subcontinente indiano e la stragrande maggioranza del Sudamerica, il Sud-Est asiatico e il Giappone sono fuori dall’offerta.

Il cambiamento:il fiume e l’oceano

Thomas Moran

Tutti temiamo il cambiamento e abbiamo paura ma ci sono scelte che sono irrinunciabili anche se ci spaventano. L’uomo in questa poesia è il fiume che si getta nell’oceano accogliendo e affrontando ciò che accade, prendendo atto che non sarà più ciò che era prima, ma sarà altro e parte di qualcosa di nuovo, magari migliore di prima. Il cambiamento è un processo naturale del nostro essere, come il fiume che non teme di scomparire nell’oceano, ma ne diventa parte integrante.

Il fiume e l’oceano

Dicono che prima di entrare in mare
Il fiume trema di paura.
A guardare indietro
tutto il cammino che ha percorso,
i vertici, le montagne,
il lungo e tortuoso cammino
che ha aperto attraverso giungle e villaggi.

E vede di fronte a sé un oceano così grande
che a entrare in lui può solo
sparire per sempre.
Ma non c’è altro modo.

Il fiume non può tornare indietro.
Nessuno può tornare indietro.
Tornare indietro è impossibile nell’esistenza.

Il fiume deve accettare la sua natura
e entrare nell’oceano.
Solo entrando nell’oceano
la paura diminuirà,
perché solo allora il fiume saprà
che non si tratta di scomparire nell’oceano
ma di diventare oceano.

Khalil Gibran (1883-1931) – poeta, pittore e aforista libanese naturalizzato statunitense.

Come si misura l’espansione dell’universo

I fisici americani Saul Perlmutter, Brian P. Schmidt e Adam G. Riesci, premi Nobel nel 2011 per la Fisica, nel 1998 scoprirono che l’universo sta accelerando la sua espansione, probabilmente a causa di una forza sconosciuta, l’energia oscura, che potrebbe determinare il destino ultimo del cosmo.

La misurazione accurata e definitiva riguardo l’espansione dell’universo è una cosa complessa e si chiama Costante di Hubble, in memoria di Edwin Hubble, colui che per primo la misurò, nel 1929. Questa costante dovrebbe dirci la velocità cui si espande l’universo e anche quanto sta accelerando.

Al momento gli astronomi osservando in diversi punti dello spazio hanno però sempre elaborato risultati diversi. Ora invece un nuovo studio sembra essere finalmente riuscito a ottenere una costante ritenuta valida da tutti.

Il nuovo studio conferma le precedenti stime del tasso di espansione basate sulle osservazioni dell’omonimo telescopio Hubble mostrando un’espansione di circa 73 chilometri per megaparsec (uno è la misura di distanza pari a un milione di parsec o 3,26 milioni di anni luce).

I punti di riferimento usati per fare queste misurazioni sono le Cefeidi, stelle variabili che si illuminano e si attenuano a una velocità costante o le supernove di tipo 1a che hanno una luminosità costante.

Si prevede però che ulteriori misurazioni arriveranno nei prossimi 20 anni dal James Webb Space Telescope che, come ha comunicato la NASA, esaminerà le stesse stelle e le supernove a distanze maggiori o a una risoluzione più nitida rispetto ad Hubble.

Lettera a risposta aperta indirizzata a Elon Musk che si è persa nello spazio

Gent. mo Sig. Elon,

ho avuto l’occasione di vedere passare nel cielo all’imbrunire le Starlink ed all’inizio ho pensato agli alieni. Ho guardato queste “stelle” che avanzavano disciplinatamente, tenendosi quasi per mano, con occhi simili a quelli di Ciaula il protagonista di una novella di Pirandello che, lavorando sempre nel buio delle miniere, era rimasto affascinato, stupito ed emozionato dalla luna e dal suo chiarore che vedeva per la prima volta nella vita. Mi è apparso uno spettacolo stupefacente però dopo l’ho percepito anche come inquietante. Ho pensato che qualcuno che governa tanti aspetti della nostra quotidianità potrebbe un giorno programmare anche iniziative non a favore dell’umanità in senso lato. È noto che lei vorrebbe colonizzazione Marte e penso che questo pianeta non sarebbe per lei il primo mondo extraterrestre da raggiungere perché qui, sulla Terra, lei viaggia già in un mondo parallelo a quello dei comuni mortali. So per certo che ha lavorato duramente e quello che possiede non è il frutto di una eredità familiare. Però spero voglia convenire che esistono tante altre persone dotate di intelligenza, intrapprendenza ed intuito e quindi ritengo che un piccolo tocco della “dea bendata” nel posto giusto probabilmente nel suo caso ci sia anche stato. E gli Italiani non si riproducono e forse si estingueranno perché, come lei saprà, in questo Paese i salari sono diminuiti del 2,5% e per crescere dei figli bisogna averne non solo il sogno ma anche la capacità economica o si è soltanto degli irresponsabili. Ora per pura curiosità salottiera chiedo a lei, che può permettersi di valutare guardando da una prospettiva molto ampia in quanto persona ampiamente informata sui fatti, quale sia la ricetta autentica della felicità, obiettivo e diritto peraltro che gli Stati Uniti hanno inserito già nel 1776 nella dichiarazione d’indipendenza. In sintesi per lei, che peraltro per onestà intellettuale per prestanza fisica non fa la parte del brutto anatroccolo fra i suoi colleghi e quindi non ha alcun problema nelle sostituzioni, quanto devono contare la profondità e la durevolezza dei sentimenti nella prospettiva di vita delle persone? Tra una riunione di lavoro e un’altra la vicinanza degli affetti contribuisce ad infondere stabilità emotiva? Insomma i soldi servono ai bisogni primari, al lusso, a raggiungere traguardi che danno emozioni ma la dimensione dei sentimenti, da 1 a 10, quanto vale? Mi scuso per non avere scritto in inglese ma credo che la traduzione sia l’ultimo dei suoi problemi.

Cordialmente, le auguro Buona giornata!

Passerà questo tempo

Autoritratto di Egon Leon Adolf Schiele, meglio conosciuto come Egon Schiele, (Tulln an der Donau, 1890 – Vienna 1918), pittore e incisore austriaco.

Passerà questo tempo come passano
tutti i giorni orribili della vita
Si placheranno i venti che ti abbattono
Stagnerà il sangue della tua ferita

L’anima errante tornerà al suo nido
Quel che ieri si perse sarà trovato
Il sole senza macchia concepito
uscirà di nuovo nel tuo costato

E dirai al mare: Come ho potuto
annegato senza bussola e smarrito
giungere al porto con le vele rotte?

E una voce ti dirà: Non comprendi?
Lo stesso vento che ha rotto le navi
è quello che fa volare i gabbiani

Óscar Arturo Homes ahn Garcés  – Iquique, 1938 – è un poeta, saggista e critico letterario cileno.