Non so dove i gabbiani abbiano il nido

Gabbiani
Non so dove i gabbiani
abbiano il nido, 
ove trovino pace. 
Io son come loro 
in perpetuo volo. 
La vita la sfioro 
com'essi l'acqua 
ad acciuffare il cibo. 
E come forse anch'essi 
amo la quiete, 
la gran quiete marina, 
ma il mio destino è vivere 
balenando in burrasca.

Vincenzo Cardarelli- anno 1932

La Sindrome di Cotard o del cadavere che cammina

La Sindrome di Cotard è una patologia psichiatrica caratterizzata dalla convinzione illusoria di avere perso organi vitali, sangue, parti del corpo, di essere pietrificati o di essere morti. Le persone che ne sono affette possono anche credere che persone care siano morte anche se invece sono fisicamente accanto a loro.

Il suo nome deriva dal neurologo francese Jules Cotard (1840–1889) che fu il primo che la descrisse chiamandola “le délire de négation” (delirio  di negazione) presentando nel 1880, in una lezione a Parigi, il caso di una sua paziente chiamata Mademoiselle X.

Ella, rifiutandosi di nutrirsi, era convinta di avere perso cervello, nervi, stomaco ed intestino per colpe passate, di essere stata dannata per l’eternità e di non potere più morire di una morte naturale.

Si suppone che la sindrome derivi da una disconnessione tra le fibre nervose che connettono il centro delle emozioni e le aree sensoriali. In tal modo, nulla riesce più a provocare nel paziente uno stimolo emozionale tanto che egli crede di essere privo di organi vitali.

Nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali questa sindrome è inclusa nella classe delle illusioni somatiche benché sia rara in quanto, ad oggi, sono stati registrati solo un centinaio di casi in tutto il mondo.

La sindrome inoltre è associabile ad altre patologie come il disturbo bipolare, la depressione maggiore, i traumi cranici, la febbre tiroide e la schizofrenia.

La sindrome di Cotard è pericolosa perché i sintomi deliranti cronici possono indurre al rifiuto del cibo, a forme di autolesionismo e al suicidio tanto che è chiamata anche Sindrome dell’uomo morto, oppure nel mondo anglosassone Sindrome del cadavere che cammina. Fortunatamente ci sono però buone possibilità di cure farmacologiche o con psicoterapia che portano a remissione completa dei sintomi anche nei casi molto gravi.

La mantide religiosa ed il cannibalismo nuziale

La mantide religiosa é un insetto dell’ordine Mantodea. Il nome del genere deriva dal greco “mantis”, cioè profetaindovino, e fa riferimento alla postura delle zampe anteriori che ricorda un atteggiamento di preghiera.

La femmina, in età adulta, è lunga circa 7,5 cm ed ha l’addome articolato in sei segmenti mentre il maschio è lungo 6 cm ed ha un addome articolato in otto segmenti.  La sua colorazione varia dal verde brillante al marrone chiaro ed ha due chiazze nere, una per ogni zampa anteriore nel lato interno, simili ad un occhio. Ha due paia di ali attaccate sul dorso in corrispondenza della coppia di zampe posteriori e mediane.

Le neanidi della mantide in natura nascono in maggio/giugno e diventano adulte nel mese di agosto. L’ addome delle femmine secerne una sostanza collosa che, a contatto con l’aria, si solidifica formando l’ooteca dove in autunno vengono deposte le uova. L’ooteca le protegge e ne contiene in media 60-70 ma può arrivare fino a 200.

L’accoppiamento delle mantidi è molto lento e può durare diverse ore e la femmina, dopo essersi accoppiata o anche durante l’atto, divora il maschio partendo dalla testa mentre gli organi genitali proseguono nello accoppiamento.

Questo comportamento detto cannibalismo nuziale è dovuto al bisogno di proteine, necessarie produrre più uova e infatti la femmina d’allevamento, essendo ben nutrita, spesso “risparmia” il maschio.Tra gli insetti è l’unica a poter dirigere il proprio sguardo, gli altri insetti possono solo vedere, la mantide invece può guardare.

Si nutre di mosche, grilli, falene e altri piccoli insetti e talvolta anche di piccoli rettili e anfibi. La velocità con la quale la mantide cattura la preda è impressionante in quanto impiega circa 100 millisecondi a sferrare l’attacco. La preda viene poi divorata a piccoli morsi partendo dalla testa.

Sa camuffarsi facilmente tra le foglie dove aspetta immobile le prede. Se il criptismo non funziona, in caso di pericolo, allarga le zampe anteriori al cui interno sono presenti le due macchie dette falsi occhi. Questa postura serve a spaventare il potenziale predatore che si trova improvvisamente davanti una sorta di grande maschera che può farlo desistere. Oppure la mantide apre di scatto le proprie ali per sembrare più grande o, sempre a scopo difensivo, produce un sibilo simile a quello di un serpente sfregando l’addome sulle ali.

La mantide è originaria dell’Africa, da cui si diffuse rapidamente nell’Europa meridionale e nell’Asia minore. Si è diffusa in Nord America solo a partire dal 1899 perché importata per caso forse con un carico di piante da vivaio.

È diffusa soprattutto dove le temperature sono più alte, infatti la sua presenza è quasi nulla nell’Europa del Nord. In Germania è considerata animale protetto e la sua cattura è vietata, in Italia invece è abbastanza comune in tutto il territorio.

Secondo molte credenze popolari la mantide porta il malocchio. La sua comparsa nell’antichità preannunciava la carestia e la sua sinistra ombra, una disgrazia agli animali che incontra. Aristarco riferisce che è addirittura il suo sguardo a portare male a colui che viene fissato. A Roma era noto il suo potere magico: se qualcuno si ammalava veniva detto ” la mantide ti ha guardato”.

La tradizione popolare l’ha chiamata anche “Prego Dio”, quindi aveva anche un aspetto benefico. In altre tradizioni è un’indovina, e indica il cammino ai bambini smarriti perchè intuisce per istinto dove sia il lupo.

Viaggiare

Viaggiare?
Per viaggiare basta esistere
passo di giorno in giorno
come di stazione in stazione
nel treno del mio destino
affacciato sulle finestre e sulle piazze
sui gesti e sui volti
sempre uguali e sempre diversi
come in fondo sono i paesaggi.

Fernando António Nogueira Pessoa

Negli USA gli Ufo sono diventati Uap

Negli USA i vertici dell’intelligence hanno pubblicato il 9 giugno 2021 un rapporto in cui si ammette che alcuni avvistamenti di oggetti anomali in cielo sono veri. Naturalmente il rapporto propone ipotesi su cosa potrebbero essere questi oggetti definiti Uap, nuovo acronimo per Fenomeni aerei non identificati creato per superare il termine Ufo che negli anni passati è sempre stato associato agli alieni.

Il rapporto dice infatti che le cause dei fenomeni potrebbero essere anomalie aeree come uccelli, palloncini o droni, oppure fenomeni atmosferici come inversioni termiche, cristalli di ghiaccio oppure programmi di sviluppo di tecnologie avanzate americane o sistemi avversari stranieri di altre Nazioni oppure anche altri fenomeni non spiegabili con le attuali conoscenze scientifiche. Per la prima volta si afferma però la volontà di investigare a fondo perché questi oggetti rappresentano una possibile minaccia per la sicurezza aerea e nazionale.

Nei filmati resi pubblici i piloti degli aerei sembrano divertiti e mai spaventati ma questo forse dipende anche dal fatto che sanno che tutto ciò che dicono è registrato a terra e quindi non vogliono dimostrarsi timorosi agli occhi dei superiori.

Per capire cosa c’è attorno a loro i piloti dispongono del radar che vede a distanze oltre le 100 miglia e di computer che hanno una banca dati dei veivoli conosciuti cosicchè gli oggetti non identificati sono segnalati con quadrati gialli.

Nei video gli oggetti appaiono in bianco e nero perché ripresi negli infrarossi che cercano le fonti di calore, dunque i motori, senza farsi individuare cosa che avviene invece quando viene utilizzato il radar.

Sembra anche strano che eventuali tecnologie segrete, anche americane, vengano testate anche in punti dove si stanno svolgendo altre esercitazioni ma questo può dipendere dal fatto che lo spazio aereo è ormai così affollato da non consentire scelte alternative.

Nel mondo si contano centinaia di migliaia avvistamenti Ufo e in Italia ne sono stati censiti 30.000, dal dopoguerra ad oggi, anche se quelli veri potrebbero essere solo tra il 3 e il 5 per cento dei casi. Tra questi alcuni sono stati analizzati anche dall’Aeronautica ma sono comunque rimasti inspiegati.

Per esempio quello del 1963 in cui un autista del Presidente della Repubblica Segni vide un oggetto discoidale sorvolare la sua auto e scuoterla violentemente. Poi quello del 1977 quando un gruppo di elicotteristi e il personale di terra avvistarono cerchi luminosi rosso-arancioni o quello del 2004 in cui alcuni piloti videro a 3600 metri di quota un oggetto affusolato bianco lungo 10 metri che non emetteva rumore o scia.

Ogni popolo si è adattato alle condizioni ambientali

L’aspetto più importante che ha permesso alla specie umana di sopravvivere è sicuramente l’adattabilita’ alle diverse condizioni ambientali e ciò ha determinato molte delle differenze fisiche che si riscontrano nelle diverse popolazioni del mondo.

Il corredo genetico umano è costituito dai geni contenuti nel Dna che sono ereditati dai genitori. In base però all’interazione dei geni con l’ambiente circostante le caratteristiche fisiche più evidenti mutano permettendo alle persone di vivere meglio.

L’esito più vistoso fra gli adattamenti genetici è la pigmentazione della pelle che è più scura nelle popolazioni che abitano zone soleggiate vicino all’Equatore e più chiara nei luoghi situati a Nord della Terra.

La pelle scura è dipesa dalla necessità di evitare che i raggi ultravioletti distruggessero le biomolecole legate all’acido folico, la cui assenza provoca gravi danni alla salute. Da qui la necessità di produrre maggiori quantità di eumelanina, molecola che assorbe l’energia dei raggi ultravioletti scurendo la pelle. Inoltre una forte pigmentazione fa sviluppare di meno il cancro alla pelle a causa della eccessiva esposizione al sole.

La pelle chiara è dipesa, al contrario, dalla necessità di fare penetrare nell’organismo una maggiore quantità di raggi ultravioletti che facilitano la sintesi della vitamina D, la cui carenza causa rachitismo e nelle donne disturbi al sistema immunitario e deformazioni pelviche che complicano il parto.

Gli Inuit e gli Yupik, che abitano le regioni del Circolo polare artico, hanno però la carnagione scura ma questo dipende dal loro regime alimentare basato su cibi come il pesce, i mammiferi marini e carne di alce e renna che gli permettono di incamerare grandi quantità di vitamina D.

Nelle popolazioni dall’Estremo Oriente invece la forma degli occhi è a mandorla poiché i venti freddi, le tempeste di sabbia e l’intensità dei raggi UV hanno portato ad un maggiore sviluppo della palpebra per proteggere l’occhio.

I mutamenti genetici riguardano anche le intolleranze alimentari e infatti nel Nord Europa l’intolleranza al lattosio è rara perché vi è un grande consumo di latte e derivati mentre in molte popolazioni africane è frequente.

Gli interscambi economici e culturali ed il miglioramento delle condizioni di vita porteranno ad altri mutamenti e, ad esempio, negli ultimi trent’anni nazioni come la Cina hanno aumentato la statura delle giovani generazioni. Stabilendosi in nuovi ambienti intere popolazioni saranno inoltre esposte a nuovi virus e agenti patogeni e ciò comporterà, come sempre, nuovi adattamenti genetici.

La grande discarica terrestre nel cielo

Dal lancio del primo satellite 64 anni fa, l’orbita intorno alla Terra si è trasformata in una discarica. Vi sono circa 129 milioni di frammenti e cioè stadi di razzi, bulloni, scorie di motori, scaglie di vernice e satelliti in pensione.

Ma si è arrivati ad un punto di svolta poiché i detriti continueranno ad aumentare anche se tutti i lanci venissero fermati. Negli ultimi anni vi è stato un assalto allo spazio non solo per osservare la Terra ma soprattutto per portare Internet in ogni angolo del pianeta. Il segnale viene fornito da satelliti in orbita bassa che fanno il giro del mondo in un’ora e mezza.

Ma per garantire un segnale costante in tutti i paesi occorrono costellazioni enormi ed infatti One web lancerà 850 satelliti, Kuiper 3.200 e Starlink 12.000. A questo si aggiungono quelli utili per i test militari e le armi antisatellite, che servono anche a verificare la capacità balistica di abbattere un satellite spia nemico, e si aggiungono anche le collisioni fra i satelliti e i grandi detriti. In caso di rischio solo i satelliti più grandi hanno a bordo propellente per cambiare orbita.

Ora le regole imporrebbero, anche se spesso non è così, che a fine servizio i satelliti posti nelle orbite più elevate vengano spostati in orbite cimitero più alte, da cui non cadranno mai, e che gli altri vengano spostati a quote più basse per farli disintegrare con l’attrito della atmosfera, oppure fatti precipitare nell’Oceano Pacifico.

Nei prossimi anni entreranno in servizio i primi spazzini spaziali cioè satelliti dotati di 4 bracci robotici capaci di catturare rottami in volo o sonde in grado di riportare i satelliti in orbita di servizio prolungando così la loro vita operativa.

Nel prossimo decennio i futuri satelliti, prima di essere lanciati, dovranno inoltre versare un deposito cauzionale che sarà rimborsato se saranno deorbitati a fine servizio. L’orbita terrestre è in sostanza un ecosistema come gli oceani e le foreste e quindi va protetta ponendo anche un tetto al numero di lanci.