Lasciami, lasciami andare

Lasciami, lasciami sognare

i desideri più remoti,

quelli che si ancorano alle vene

perché vogliono scorrere ed arrivare

più velocemente al cuore.

Lasciami, lasciami andare

dove i miei piedi possano

strusciare con torpore su tanti sassi

e le mie scarpe possano sbucciarsi come

corteccia sbiadita ed indurita dal calore.

Lasciami, lasciami cadere

non dietro alle persiane ma solo

dove mi potrò rialzare da sola e potrò

continuare a sentire i rumori della notte

e i lunghi gemiti del mare.

Lasciami, lasciami guardare

mentre ora, senza tentennare, l’onda

avvolge la mia malinconia,

mi abbraccia con dolcezza, mi spinge forte,

mi sorride e poi…. mi affonda.

Prenditi cura di te

Ragazza dormiente di Alexey Gavrilovich Venetsianov ( 18 febbraio 1780–4 gennaio 1847). E’ stato un pittore russo, famoso per i suoi dipinti dedicati alla vita contadina e alla gente comune.

Prenditi cura di te

Prenditi cura di te,

prenditi cura della tua anima

e dei tuoi pensieri.

Prenditi cura di te

mentre attorno tutto si logora

e si sfilaccia nel tempo

come fosse corda

scompigliata dal vento.

Prenditi cura di te

ed assorbi l’onda

che corre e sbatte dirompente

contro alla corteccia del tuo cuore,

libera di spumeggiare

nell’infinito mare

del tuo impenetrabile silenzio.

Prenditi cura di te

e richiuditi come fossi

preziosa pagina

di un lunghissimo libro,

letto sonnecchiando

in mezzo alle falene,

sotto ad un arrugginito lume

che lampeggiava

spandendo un tremolante e

tenebroso barlume.

Le fate del bosco

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Anche quell’anno in primavera

le fate del bosco fecero fiorire

le primule che si trovarono, così,

abbracciate alle odorose verbene

ed all’edera sfrontata e vigorosa.

E quello stesso giorno il sole

riprese a vegliare su di te e raccolse

nella sua luce il tuo sconforto.

Lo trasportò lontano oltre

le terre infuocate, attraversando

la barriera di quelle ombre bizzarre

che si accatastavano scomposte

lungo i pontili scardinati di quel

maleodorante ed ombreggiato porto.

E fu un’aurora ardente

quella che capovolse il sole

ed albeggiò inebetita e luminosa

circondando ed intrecciando,

con puntiglio, la tua chioma

morbida e scontrosa.

La farfalla

 

farfa

Respingi con violenza

quella vulnerabile pazzia

che si addensa e poi

si insinua morbida ed impetuosa

nelle feritoie della tua

sgarrupata ed avida fantasia.

Sbattila su quell’arido selciato

inaridito dal passaggio

di quelle turbolenti emozioni

che, assetate, hanno assorbito

ogni umido languore ed arginato

il ricordo del tuo selvaggio rancore.

Riscopri quel dimenticato torpore

che, ansimando ritmicamente,

si infrange contro all’indelebile rossore

che tinge le bianche ali

di quella fremente farfalla,

mentr’essa singhiozza contrita

sulla tua fragile e tremante spalla.

Amore fra gli amori

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Non perdonare questo amore

che tra gli amori perduti

resta nascosto da sempre

acquattato dietro alle foglie di lentisco

che assonnate brillano sotto al sole.

 

Non odiare questo amore

che non comprende l’amore

perchè non è abbastanza fragile

perchè non è abbastanza svelto

a cogliere quel piccolo dettaglio

che forma e copre il tuo tormento.

 

Lascia che io non veda,

lascia che io non senta

e stringimi forte finchè

come due nocchieri

in mezzo alla tormenta

ci accorgeremo che era solo un’illusione

e non abbiamo mai posseduto una vela

e forse neanche il vento.

 

Accarezza allora lentamente

le rughe profonde del mio volto

e disprezza queste mani

che non hanno saputo guardare

nè afferrare qualche volta

il tuo inquieto ed irraggiungibile sogno.

 

 

 

 

 

 

Occhi di mare nel mare

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 Occhi di mare nel mare
mentre piccoli ed  enigmatici elfi
si dondolano assorti
sulle alghe leggere e fluttuanti
nel fondo chiaro e lunare.

 

Occhi di cielo nel mare
che  scrutano piccole
 sagome  immaginarie
mentre  briose inseguono
flebili tracce confuse,
disegnando ed intrecciando
tracciati tortuosi e  binari.

 

Occhi azzurri disciolti nel mare
che accumula e sbatte impietoso
detriti di sabbia petrosa
e sorride  ad un’onda  furiosa
mentre di scatto si arrotola,
 si blocca ed infine  si  mette,
tremolando, mollemente  in  posa.

 

Notte scura

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Correre e volare

verso l’incanto

del sentiero scosceso

che accompagna

al dirupo sconquassato

mentre la luna solitaria

soffia scapigliata

sulle nuvole riottose e stanche.

 

Correre e sognare

verso braccia sconosciute e sicure

che accolgono e cullano

quel pensiero persistente

mimetizzato tra le foglie arse

che cadono a fiotti dall’albero

sulla famelica e fredda collina.

 

Correre e pensare di amare

mentre le vertigini del sogno

soccorrono i respiri che

come rantoli volontari

si spezzano contro

alla corteccia tagliente

di questa immensa

e torbida notte scura.

 

Per quell’attimo

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Per quell’attimo di amore

che non vuoi afferrare

perchè ti aspetti ostinatamente

che io sappia ancora dare.

 

Per quell’attimo di gioia,

diluito in mezzo al niente,

che fluisce stanco

e si rivolta ebbro

dentro al tuo presente.

 

Per quell’attimo di noia

che decora la mia mente

mentre ti stringo forte,

colpisco duro contro il cuore

e poi chiudo gli occhi

e non mi accorgo più di niente.