Si dice che ogni persona è un’isola,
e non è vero,
ogni persona è un silenzio,
questo sì,
un silenzio,
ciascuna con il proprio silenzio,
ciascuna con il silenzio che è.
(Josè Saramago)
Si dice che ogni persona è un’isola,
e non è vero,
ogni persona è un silenzio,
questo sì,
un silenzio,
ciascuna con il proprio silenzio,
ciascuna con il silenzio che è.
(Josè Saramago)
Anche quell’anno in primavera
le fate del bosco fecero fiorire
le primule che si trovarono, così,
abbracciate alle odorose verbene
ed all’edera sfrontata e vigorosa.
E quello stesso giorno il sole
riprese a vegliare su di te e raccolse
nella sua luce il tuo sconforto.
Lo trasportò lontano oltre
le terre infuocate, attraversando
la barriera di quelle ombre bizzarre
che si accatastavano scomposte
lungo i pontili scardinati di quel
maleodorante ed ombreggiato porto.
E fu un’aurora ardente
quella che capovolse il sole
ed albeggiò inebetita e luminosa
circondando ed intrecciando,
con puntiglio, la tua chioma
morbida e scontrosa.
Respingi con violenza
quella vulnerabile pazzia
che si addensa e poi
si insinua morbida ed impetuosa
nelle feritoie della tua
sgarrupata ed avida fantasia.
Sbattila su quell’arido selciato
inaridito dal passaggio
di quelle turbolenti emozioni
che, assetate, hanno assorbito
ogni umido languore ed arginato
il ricordo del tuo selvaggio rancore.
Riscopri quel dimenticato torpore
che, ansimando ritmicamente,
si infrange contro all’indelebile rossore
che tinge le bianche ali
di quella fremente farfalla,
mentr’essa singhiozza contrita
sulla tua fragile e tremante spalla.
Se non avessi visto il sole
Se non avessi visto il sole
avrei potuto sopportare l’ombra,
ma la luce ha reso il mio deserto
ancora più selvaggio.
Non perdonare questo amore
che tra gli amori perduti
resta nascosto da sempre
acquattato dietro alle foglie di lentisco
che assonnate brillano sotto al sole.
Non odiare questo amore
che non comprende l’amore
perchè non è abbastanza fragile
perchè non è abbastanza svelto
a cogliere quel piccolo dettaglio
che forma e copre il tuo tormento.
Lascia che io non veda,
lascia che io non senta
e stringimi forte finchè
come due nocchieri
in mezzo alla tormenta
ci accorgeremo che era solo un’illusione
e non abbiamo mai posseduto una vela
e forse neanche il vento.
Accarezza allora lentamente
le rughe profonde del mio volto
e disprezza queste mani
che non hanno saputo guardare
nè afferrare qualche volta
il tuo inquieto ed irraggiungibile sogno.
Correre e volare
verso l’incanto
del sentiero scosceso
che accompagna
al dirupo sconquassato
mentre la luna solitaria
soffia scapigliata
sulle nuvole riottose e stanche.
Correre e sognare
verso braccia sconosciute e sicure
che accolgono e cullano
quel pensiero persistente
mimetizzato tra le foglie arse
che cadono a fiotti dall’albero
sulla famelica e fredda collina.
Correre e pensare di amare
mentre le vertigini del sogno
soccorrono i respiri che
come rantoli volontari
si spezzano contro
alla corteccia tagliente
di questa immensa
e torbida notte scura.
Per quell’attimo di amore
che non vuoi afferrare
perchè ti aspetti ostinatamente
che io sappia ancora dare.
Per quell’attimo di gioia,
diluito in mezzo al niente,
che fluisce stanco
e si rivolta ebbro
dentro al tuo presente.
Per quell’attimo di noia
che decora la mia mente
mentre ti stringo forte,
colpisco duro contro il cuore
e poi chiudo gli occhi
e non mi accorgo più di niente.
Giorni perduti
ingannando il tempo
che attendeva disteso
ed attorcigliato
ai rami dolenti
come se non avesse
più speranza
di ritrovarci ancora uniti.
Tempo perduto,
tempo rubato,
tempo braccato
dalla tua voglia
di sentirti
dolorosamente
già smarrito o forse
solo per sempre,
lungo i binari della vita,
già deragliato.
Vieni con me
sul fiume di erba verde
e profumata
che tremando galleggia
nel vento imbronciato.
Respira con me
mentre il preludio
degli echi della vallata
fa tintinnare l’orizzonte
inghiottito, a poco a poco,
dal buio della notte
che avanza a tentoni.
Resta con me
e non assopire mai
la mia anima solitaria
che continua
ad impaurire il giorno
ed impedisce ad ogni alba
di spuntare tra i dolci petali
dei rossi fiori di melograno.