
Le Mummie di palude sono dei resti umani, conservati dentro a torbiere, che sono state rinvenute nel Nord Europa e in particolare in Gran Bretagna, Irlanda, Germania settentrionale, i Paesi Bassi, la Danimarca e la Svezia meridionale. Più di un migliaio di mummie di palude ritrovate sono collegate all’età e alle regioni celtiche.
Per prima, nel 1791, fu scoperta la mummia di palude di Kibbelgaarn nei Paesi Bassi e il più antico reperto rinvenuto è quello dell’Uomo di Koelbjerg, trovato in Danimarca, che risale a circa 10000 anni fa. La mummia più recente invece è del XVI secolo ed è di una donna irlandese che potrebbe essere stata sepolta in terra sconsacrata a seguito di un suicidio.
Gli organismi che vivono nelle paludi hanno contribuito alla preservazione della pelle e degli organi interni degli umani. Inoltre l’acidità dell’acqua, il freddo e la mancanza di ossigeno ne hanno scurito la pelle mentre la conservazione dello scheletro è molto rara perché l’acido presente nella torba scioglie il carbonato di calcio delle ossa.
Le impronte digitali prese all’uomo di Grauballe inoltre sono molto chiare e nella Mummia di Tollund si possono notare i perfetti lineamenti e i dettagli del viso mentre in altre mummie sono visibili anche dei tatuaggi.
Una volta non era possibile determinare se un corpo fosse stato sepolto in una palude per anni, decenni o secoli ma nel corso del XX secolo le tecnologie mediche e forensi, come la datazione con il radiocarbonio, hanno consentito ai ricercatori di determinare il momento della sepoltura, l’età della persona morta e altri dettagli.
Gli scienziati hanno così potuto studiare la loro pelle, ricostruirne l’aspetto e anche determinare quale fosse stato il loro ultimo pasto dal contenuto del loro stomaco. I loro denti hanno permesso inoltre di ottenere l’età del soggetto e di individuare il tipo di cibo che mangiavano durante la vita.
Molti corpi presentano segni di morte violenta poiché le persone erano state pugnalate, bastonate, impiccate o strangolate e decapitato e in più di un caso queste violenze erano state compiute insieme. I capezzoli dell’Uomo di Croghan ad esempio erano stati quasi tranciati di netto. I cadaveri venivano poi sepolti nella palude utilizzando dei pali per farli sprofondare giù.
Non è ancora chiaro se venivano uccisi e sepolti nella palude come pena per aver commesso un reato o se invece erano delle vittime sacrificali. Alcuni corpi, come ad esempio la Mummia di Tollund, sono stati ritrovati con la corda usata per strangolarli ancora intorno al collo, altre mummie come quella della Ragazza di Yde, avevano i capelli tagliati solo da una parte del capo.
Queste persone sembrano appartenere alle classi superiori poiché le loro unghie sono curate e le proteine prelevate dai loro capelli indicano una buona alimentazione. Strabone raccontava che i Celti eseguivano divinazioni utilizzando viscere di vittime umane e su alcune di queste mummie, come ad esempio gli Uomini di Weerdinge ritrovati nel sud dei Paesi Bassi, le viscere erano state prelevate per mezzo di incisioni.
L’uguaglianza dei dettagli di uccisione rituale diffusa su una vasta area del Nord Europa è una chiara testimonianza di una cultura ampiamente unificata, che conferma la grande espansione raggiunta dalla civiltà celtica.
Nel caso delle “mummie” di Cladh Hallan, le sepolture sono state interpretate anche come un primitivo metodo di imbalsamazione di singoli individui . Altri studiosi ritengono però che le lesioni trovate sui corpi non siano sempre state inflitte da altre persone come forma di tortura, ma che siano stare causate dal peso delle torbiere.
I raggi X sono molto utilizzati nella ricerca di queste mummie in quanto forniscono una foto di un corpo nella torba che poi viene rimosso senza danneggiamenti. Anche la radio datazione al carbonio è utilizzata molto spesso e di solito la maggior parte dei ritrovamenti risale all’età della pietra.
Inoltre è possibile ricostruire il volto tramite una tecnica utilizzata anche per l’identificazione di criminali che, partendo da varie misurazioni effettuate sul cranio, consente la riproduzione, quasi alla perfezione, del volto di chiunque.