
Il crimine una volta scoperto non ha altro rifugio che nella sfrontatezza.
Publio Cornelio Tacito
Publio Cornelio Tacito, talvolta indicato come Gaio Cornelio Tacito (55 circa – 117 – 120 circa), è stato uno storico, oratore e senatore romano.
Il crimine una volta scoperto non ha altro rifugio che nella sfrontatezza.
Publio Cornelio Tacito
Publio Cornelio Tacito, talvolta indicato come Gaio Cornelio Tacito (55 circa – 117 – 120 circa), è stato uno storico, oratore e senatore romano.
Per la prima volta gli scienziati sono riusciti a documentare la distruzione di un pianeta da parte della sua stella in “tempo reale”, sempre tenendo presenti le distanze e i tempi coinvolti, proprio mentre la stella divorava e disintegrava il suo pianeta.
Si tratta di un fenomeno molto interessante soprattutto perché, con buone probabilità, anche la Terra farà la stessa fine, tra circa 5 miliardi di anni, quando il Sole si “gonfierà” trasformandosi in una gigante rossa anche se, a quel punto, la vita sul nostro pianeta sarà annientata molto prima. Studiare questo evento aiuterà pertanto a capire meglio quale potrebbe essere il nostro destino, così come quello di Mercurio, Venere e forse Marte.
A documentare la distruzione del pianeta extrasolare da parte della stella è stato un team di ricerca statunitense guidato da scienziati del Massachusetts Institute of Technology. I ricercatori hanno iniziato a indagare sul fenomeno nel 2020 quando, osservando i dati raccolti attraverso il programma di osservazione Zwicky Transient Facility (ZTF) dell’Osservatorio Palomar (California), si sono accorti di un fenomeno spettacolare: la luminosità di una stella era aumentata di circa cento volte nel giro di pochi giorni.
Questo perché una esplosione aveva innescato un significativo aumento di temperatura, come è normale che sia in una circostanza analoga, ma a questo lampo incandescente era seguito un segnale più freddo e prolungato. Inizialmente si pensava ad una stella che divorava un’altra stella, nel cuore di un sistema binario.
Grazie però alle osservazioni spettroscopiche condotte con i telescopi dell’Osservatorio Keck (Isole Hawaii) non sono però stati rilevati idrogeno ed elio, elementi che normalmente verrebbero emessi in simili circostanze. Ciò che hanno visto erano elementi molecolari che possono essere presenti solo a temperature più basse.
Grazie a osservazioni nell’infrarosso i ricercatori sono giunti alla conclusione che ciò che la stella stava divorando non era un’altra stella, ma un suo pianeta vicino, nello specifico un esopianeta gioviano con una massa circa mille volte inferiore a quella della stella madre, la cui distruzione ha determinato l’anomala riduzione della temperatura.
Il corpo celeste ha vorticato a spirale attorno alla stella, finendo prima nella sua atmosfera e infine nel nucleo, che ha rilasciato all’esterno i suoi resti sotto forma di polvere fredda. La catastrofe cosmica si è verificata a 12mila anni luce dalla Terra, nel cuore della costellazione dell’Aquila.
Se qualche altra civiltà ci osservasse da 10.000 anni luce di distanza mentre il sole inghiotte la Terra, vedrebbe il sole improvvisamente illuminarsi mentre espelle del materiale, quindi formare polvere attorno ad esso, prima di tornare allo stato precedente.
I ricercatori non sono tuttavia ancora convinti del destino della Terra che, invece di essere inghiottita come Mercurio e Venere, potrebbe essere espulsa dal Sistema solare diventando un astro vagabondo, gelido e privo della meravigliosa e preziosa biodiversità che oggi lo contraddistingue.
Sconvolto dalla felicità, Florentino Ariza passò il resto del pomeriggio a mangiare rose e a leggere la missiva, ripassandola lettera per lettera più volte e mangiando più rose quanto più la leggeva, e a mezzanotte l’aveva letta così tanto e aveva mangiato così tante rose che la madre dovette stenderlo a terra come un vitello per fargli ingoiare un decotto di olio di ricino.
(Gabriel García Márquez – tratto dal libro “L’amore ai tempi del colera” “)
Gabriel José de la Concordia García Márquez, noto semplicemente come Gabriel García Márquez (Aracataca,1927 – Città del Messico 2014), è stato uno scrittore, giornalista e saggista colombiano naturalizzato messicano, insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1982. E’ considerato uno degli esponenti più emblematici del cosiddetto realismo magico, la cui opera ha fortemente contribuito a rilanciare l’interesse per la letteratura latinoamericana.
La 94enne Lee Yong-soo chiamata da tutti “Nonna Lee” a Daegusi è una delle nove sopravvissute, l’unica ancora in grado di parlare, fra le “donne di conforto” coreane che sarebbe più corretto chiamare schiave.
Durante gli anni dell’occupazione della Corea, dal 1910 al 1945, decine di migliaia di ragazze furono rapite e costrette a prostituirsi nei bordelli per soddisfare le truppe occupanti imperiali nipponiche e lei da più di trent’anni, cioè da quando per la prima volta decise di parlare dopo la paura e la vergogna che la avevano bloccata, cominciò a chiedere di avere dal Giappone scuse sincere. Ha testimoniato anche davanti al Congresso Usa.
Ha inoltre viaggiato per l’Asia per raccogliere le testimonianze di altre donne come lei – filippine, cinesi, indonesiane – tutte schiave sessuali in quelle “stazioni di conforto” militari create in tutto il Pacifico: gli storici stimano che siano state tra le 30mila e le 200mila.
La sua famiglia aveva un piccolo terreno che coltivavano a riso, ma gli occupanti giapponesi si portavano via tutto e una sera di ottobre del 1943 portarono via anche lei che aveva solo quattordici anni. Dormiva sempre con la la madre che quel giorno però era assente. Lei sentì un rumore e fuori dalla finestra vide una ragazza che le faceva il gesto di uscire per raggiungerla. Pensava volesse giocare. Lei le mise una mano sulla spalla e l’altra sulla bocca e a quel punto arrivò un militare che le puntò un’arma dietro la schiena e le intimò di iniziare a camminare, poi un soldato iniziò a picchiarla in testa e a prenderla a calci chiamandola ‘feccia coreana’.
La portarono in una stazione dove vi erano 5 stanze, la prima volta che le dissero di entrare in una di queste dove la aspettava un ufficiale lei rifiutò e quindi fu condotta in un magazzino dove la fecero sedere su una sedia, le legarono i polsi e la torturarono con delle scosse elettriche. Per diversi giorni rimase incosciente e poi si risvegliò piena di cicatrici. Era la più giovane e le altre ragazze all’inizio cercarono di proteggerla suggerendole di fingersi morta quando i soldati la picchiavano. Un giorno perse tanto sangue perchè aveva avuto un aborto.
Rimase in quella base per tre anni e a guerra finita, nel 1946 riuscì ad imbarcarsi per la Corea. Appena scesa al porto di Busan, insieme ad altre ragazze, le spruzzarono addosso il Ddt. In famiglia non riuscì a raccontare nulla e non si è mai sposata. Le scuse sono arrivate da Tokyo nel 2015, con un accordo da 1 miliardo di yen (6,5 milioni di euro) per le vittime. Fondo poi abolito dalla Corea perché ritenuto insufficiente.
De nihilo nihilum, in nihilum nil posse reverti
Aulo Persio Flacco
Nulla nasce dal nulla, nulla può tornare nel nulla.
Aulo Persio Flacco (Volterra, 34 -Roma, 62) è stato un poeta satirico romano di età imperiale aderente allo stoicismo.
Goffredo Coppola, (Guardia Sanframondi, 21 settembre 1898 – Dongo, 28 aprile 1945), fu un filologo classico, saggista, politico, pubblicista e soprattutto Rettore dell’Università di Bologna negli anni del fascismo. Ma fu anche uno dei sedici gerarchi che seguirono il Duce nella sua fuga fallita verso la Svizzera e che fu fucilato nel porticciolo di Dongo e poi esposto a Piazzale Loreto.
Si rammenta che Negli stessi anni, su opposte convinzioni, a Bologna solo il docente universitario Bartolo Nigrisoli, e in tutta Italia furono meno di venti docenti su 1200, nel ’31 rifiutò il giuramento di fedeltà al regime fascista.
Esiste un documento filmato che riprende l’esecuzione a Dongo del gruppo di gerarchi che dura un minuto in 9,5 mm e fu girato dal cineamatore Luca Schenini sulle sponde del lago di Como. La pellicola, requisita subito da un partigiano, fu poi nascosta per molti anni.
Coppola in quelle non chiare immagini non si vede, ma era presente ed era inoltre il primo della lista compilata dal comandante partigiano ‘Valerio’ ovvero Walter Audisio, che uccise il Duce poche ore dopo a Giulino di Mezzegra. Coppola appare invece in una delle foto scattate quel giorno: piccoletto, magro, con gli occhiali, pantaloni alla zuava e grandi stivali.
Egli aveva raggiunto Mussolini per consegnargli la pergamena della Laurea Honoris Causa che il Duce non aveva ritirato nell’Ateneo di Bologna nel ’26 a causa dello scompiglio causato dall’attentato attribuito ad Anteo Zamboni. L’anello collegato a quella laurea, che aveva due grandi fasci littori, fu invece restituito all’orafo bolognese Veronesi che lo ha conservato come cimelio.
Coppola nella prima guerra mondiale fu scartato e nella campagna di Russia non combatté ma fece propaganda cattolica distribuendo santini. Inizialmente critico verso il fascismo, si convertì nel ’32 proprio a Bologna, vera capitale del fascismo più di Milano e Roma, dove di trovava la Xa Legio. Fu fascista infatti anche l’Università di Bologna, la facoltà di Lettere in particolare, con a capo Alessandro Ghigi.
All’unanimità l’Ateneo aveva eletto Coppola, anche perché sapeva bene il tedesco utile quindi con gli occupanti. In quei mesi, egli fece poco o niente a parte l’odiosa delibera sugli studenti maschi che avrebbero dovuto lasciare l’Ateneo per andare a combattere. A Bologna visse 13 anni, sempre nell’ albergo Astoria e sempre da solo tanto che si vociferava che fosse gay.
Il 16 agosto’43, dopo una lite con degli antifascisti che festeggiavano la caduta del regime, egli fu arrestato per apologia di fascismo, reato allora inesistente, e disfattismo politico ma fu liberato dai tedeschi il 9 settembre. Particolarmente odiosi furono i suoi scritti sui giornali contro gli ebrei, raccolti poi nel libriccino “Trenta Denari” dove esprimeva un forte antisemitismo cattolico, non hitleriano.
Il suo corpo, tumulato a Milano, venne nei primi ’50 trasferito alla Certosa di Bologna dove si trova tuttora con tanto di epigrafe del latinista Pighi. Dieci anni fa vi fu l’ultima polemica sull’esposizione del suo ritratto fatto nel ’52 da Gino Marzocchi che però ancora oggi è presente in rettorato, ma d’altra parte nell’elenco dei cittadini onorari di Bologna si trova ancora il Duce.
La morte di Coppola fece però comodo a tanti per attribuirgli anche fatti a lui estranei come la consegna del radio ai tedeschi e la delazione che consentì la scoperta del covo di partigiani nell’Istituto universitario di Geografia. Questi partigiani furono uccisi in Ateneo nell’ottobre del ’44.
Un piccolo sospetto è meschino, un grande sospetto filosofico.
(Yahia Lababidi)
Yahia Lababidi, nato nel 1973, è un pensatore e poeta americano di origini egiziane/libanesi. Il suo primo libro, Signposts to Elsewhere , pubblicato nel dicembre 2006, ha ricevuto recensioni generose da rinomati poeti statunitensi. Ha dichiarato che per lui gli aforismi sono citazioni dei dialoghi interiori, esprimono la sua anima e i suoi legami con la cultura araba che pullula di proverbi e di motti.
Il Comune di Gubbio pubblica :
“La festa dei Ceri si svolge ogni anno il 15 maggio a Gubbio alla vigilia della festa del patrono Sant’Ubaldo. I Ceri sono tre alti e pesanti manufatti lignei sormontati rispettivamente dalle statue di Sant’ Ubaldo (protettore dei Muratori), di San Giorgio (protettore dei Merciai) e di Sant’ Antonio Abate (protettore degli Asinari e dei Contadini e, più recentemente, degli studenti), che vengono fissate su barelle che permettono ai ceraioli di portare i Ceri a spalla e di corsa per le vie della città fino alla Basilica di Sant’Ubaldo, in vetta al monte Ingino.
Un suggestivo cerimoniale mattutino precede la corsa e poi in Piazza Grande, a mezzogiorno, ha luogo la spettacolare ‘alzata’ dei Ceri; subito dopo essi compiono tre vertiginosi giri della piazza e poi si dividono per effettuare la ‘mostra’ per le vie della città. Vengono poi deposti in via Savelli, dove rimangono fino al momento della corsa.
Dal Duomo esce, nel pomeriggio, la processione con la statua di Sant’Ubaldo, che arriva fino in cima a via Dante, ove il Vescovo benedice i Ceri che iniziano così la loro frenetica corsa. Dopo aver percorso le principali vie della città, essi tornano in Piazza Grande e compiono altre tre ‘birate’, portandosi quindi alla Porta dell’Angelo (detta di Sant’Ubaldo) per iniziare l’ascesa al Monte Ingino.
Alla fine della Corsa, i Ceri vengono deposti nella Basilica di Sant’Ubaldo, mentre le statue dei Santi sono riportate in città tra canti e fiaccolate. La festa è forse riconducibile ad antichi riti pagani ma solo il suo carattere cristiano e celebrativo in onore di Sant’Ubaldo è storicamente provato per via documentaria.
Le fasi principali della Corsa dei Ceri vengono ripetute la domenica successiva al 15 maggio per la Festa dei Ceri Mezzani dove sono protagonisti i ragazzi più giovani e il 2 giugno, festa della Repubblica, per la Festa dei Ceri Piccoli, dedicata ai bambini.”
Circa 25 anni fa io ero su un autobus che collegava Perugia a Gubbio ed una simpaticissima e cordiale signora anziana di Gubbio, che era seduta accanto a me, mi raccontò che una volta non vi erano più uomini perchè erano andati tutti in guerra e le donne si alzarono le gonne, le arrotolarono in vita e portarono loro i pesantissimi Ceri. Esempio del fatto che le donne quando c’è bisogno ci sono e sono capaci di sostituirsi in tutto agli uomini. Mi piacerebbe che questo racconto fosse documentato per iscritto da chi ancora ne può avere memoria.
Un nuovo sistema di intelligenza artificiale, definito decodificatore semantico, può tradurre l’attività cerebrale in un flusso continuo di testo. Il sistema, sviluppato dai ricercatori dell’Università del Texas ad Austin, potrebbe quindi aiutare a comunicare le persone che sono mentalmente coscienti ma incapaci di parlare fisicamente, come ad esempio quelle debilitate da ictus o malattie neurovegetative come la Sla.
Il sistema di riferimento, simile a quelli che alimentano ChatGPT di Open AI e Bard di Google, non richiede di inserire nelle persone impianti chirurgici e inoltre i soggetti interessati non devono utilizzare solo parole da un elenco predefinito.
L’attività cerebrale viene misurata utilizzando la Risonanza Magnetica Funzionale (fMRI) dopo un lungo addestramento sul decodificatore, in cui l’individuo ascolta ore di podcast nello scanner.
Si tratta quindi di un metodo non invasivo che fa un grande balzo in avanti rispetto alla possibilità attuale di comporre solo singole parole o brevi frasi. Questo modello dovrebbe essere in grado di decodificare il linguaggio continuo per lunghi periodi di tempo e con idee complicate. Il risultato non è però una trascrizione parola per parola poiché i ricercatori puntano a catturare l’essenza di ciò che viene detto o pensato, anche se in modo imperfetto.
La decodifica al momento ha funzionato solo con partecipanti al progetto in modo cooperativo e che avevano quindi aderito volontariamente all’addestramento del decodificatore. I risultati per gli individui che non avevano effettuato l’addestramento sono risultati invece incomprensibili.
Il sistema attualmente non è pratico per l’uso al di fuori del laboratorio a causa della sua dipendenza dal tempo necessario su una macchina fMRI in quanto vengono letti i dati di una risonanza magnetica. I ricercatori pensano però che questa attività possa essere trasferita ad altri sistemi di imaging cerebrale più portatili, come la spettroscopia funzionale nel vicino infrarosso (fNIRS).
Queste tecnologie potrebbero essere utilizzate per scopi negativi e i ricercatori cercano di assicurarsi che le persone interessate le utilizzino solo quando lo desiderano loro. In futuro tuttavia l’avanzamento di queste tecniche potrebbe essere tale da rendere necessarie politiche di protezione della privacy mentale.
“Al dolore rispondo con le grida e con le lacrime, alle bassezze con lo sdegno, alle turpitudini con la nausea. In questo consiste la vita.”
Anton Pavlovič Čechov
Anton Pavlovič Čechov (Taganrog, 1860 – Badenweiler, 1904) è stato uno scrittore e drammaturgo russo tra i maggiori autori letterari e teatrali europei del XIX secolo.