Il Valhalla l’aldilà dei guerrieri vichinghi

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Nel rito funebre un grande guerriero morto era posto con il cavallo e le armi su una barca che veniva incendiata e spinta al largo per rappresentare il lungo viaggio verso il Valhalla. I parenti mettevano nella barca pesce secco, latte di capra, frutta,  vino e i cadaveri del cavallo e di uno schiavo, sacrificato e a volte decapitato, di proprietà del   defunto.

Nella mitologia norrena chi muore da eroe in battaglia viene scortato dalle Valchirie nel Valhalla che è un’enorme sala con 540 porte, muri fatti con le lance dei guerrieri più valorosi, tetto fatto di scudi di oro su cui sono raffigurate scene di guerra e panche ricoperte di armature, gli arredi interni costituiti da vesti dei combattenti.

I guerrieri nel Valhalla assisteranno il dio Odino nello  scontro finale contro i Giganti. Per prepararsi alla lotta ogni giorno combattono organizzando giostre cavalleresche e ogni sera le ferite si rimarginano e i guerrieri ritornano nel Valhalla per banchettare con carne di cinghiale e bere idromele oltre alle coppe di birra distribuite dalle Valchirie, mentre Odino la suprema divinità si nutre solo di un vino speciale.

Ogni guerriero che si accingeva alla battaglia recitava sempre questa preghiera:

Guarda, laggiù vedo mio Padre.
Guarda, laggiù vedo mia madre,
e le mie sorelle, ed i miei fratelli.
Guarda, laggiù vedo la mia linea di sangue,
guarda, mi chiamano.
Mi chiedono di prendere il mio posto tra di loro,
tra le mura del Valhalla!
Dove i coraggiosi possono vivere
in Eterno!

2 pensieri su “Il Valhalla l’aldilà dei guerrieri vichinghi

  1. Qualsiasi cosa ci venga dal lontano passato, ci sovrastata come onda possente, come freccia infuocata ci attraversa liberando quanto di eroico e sacrale si nasconde nella natura umana oggi umiliata escimmiottata dal cretinismo consumistico

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