Le malattie portate da parassiti veicolati dalle acque del Nilo

Secondo lo storico greco Erodoto (490-424 a. C.) gli splendori e il grado di sviluppo raggiunto dalla civiltà dei Faraoni derivavano dall’azione benefica del grande fiume Nilo.

Recenti studi hanno analizzato però le cause del decesso di 31 mummie, risalenti alla fine dell’Antico Regno, attorno al 2000 a. C..

È emerso che l’accentuata presenza di parassiti è stata la causa letale per tutti i trentuno cadaveri sottoposti ad esami di anatomo-patologia.

Successive e meticolose analisi effettuate su altre mummie, sia nelle necropoli delle oasi sia in quelle della Valle del Nilo, hanno confermato che l’azione di parassiti di varia natura, in quei tempi antichi, avevano indebolito gran parte della popolazione, senza distinzioni di classi sociali, e che per molti era risultata fatale.

In particolare aveva colpito la schistosomiasi causata da un verme parassita che vive in alcuni tipi di lumache di acqua dolce. Il parassita può uscire dalle lumache e contaminare l’acqua e infine infettare gli esseri umani quando la loro pelle entra in contatto con l’acqua.

L’infezione può causare anemia e e patologie croniche, deficit della crescita, ritardo mentale e danni agli organi.

Le malattie erano quindi portate da parassiti veicolati dalle acque del Nilo e presenti nelle acque stagnanti vicine alle rive, dove gli egizi portavano anche gli animali domestici, con diffusione anche di tenie ed amebe.

Quindi il fiume Nilo, che parte dall’Africa equatoriale, trascinava un suo carico infettivo per migliaia di chilometri.

Per gli egizi il Nilo era tutto tanto che venne divinizzato e influenzò addirittura il calendario: l’anno cominciava il nostro 19 luglio, giorno in cui la stella Sirio (la più brillante del cielo) sorge all’orizzonte poco prima dell’alba, proprio mentre la piena del Nilo cominciava a farsi evidente.

Poi, sulla base dell’andamento delle sue acque, l’anno veniva diviso in tre stagioni ciascuna di quattro mesi: inondazione (akhet) con l’apporto del limo che è un potente fertilizzante, semina (peret) e raccolto (shemu).

L’azione, poi, di batteri e parassiti anche quando non letale risultava comunque deleteria anche tra la popolazione giovane, spesso debilitata da queste continue patologie.

Questo ha portato alcuni storici ad ipotizzare addirittura che le oltre 110 Piramidi, i grandi templi e gli obelischi siano stati eretti in gran parte da una forza lavoro per lo più straniera, cioè schiavi vinti in battaglie, molto più sani e in grado di sopportare le fatiche di queste costruzioni monumentali.

8 pensieri su “Le malattie portate da parassiti veicolati dalle acque del Nilo

  1. La sabbia e le condizioni insalubri delle acque creavano spesso anche problemi di infezione agli occhi, soprattutto nei bambini. Per questo le madri coloravano con il kajal anche le loro palpebre per rafforzare le difese degli occhi e riparare i figli dal malocchio.🌹

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