
ll nostro Sistema Solare è nato quattro miliardi e mezzo di anni fa da una nube di gas e polveri in rotazione e si estende per oltre sei miliardi di chilometri. È formato dal Sole, che è una stella, e dai corpi che gravitano attorno a esso: i pianeti Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano, Nettuno, i pianeti nani come Plutone, i loro satelliti, gli asteroidi e le comete.
Le comete quindi non sono stelle ma enormi blocchi di ghiaccio e polveri che provengono dalla Nube di Oort, ai confini del Sistema Solare, e viaggiando nello spazio, ogni tanto passano davanti al Sole. Quando questo accade il materiale di cui sono fatte evapora e diventano visibili nel cielo.
Il sistema solare fa parte della Galassia Via Lattea, che annovera circa 3-400 miliardi di stelle, che si chiama così perché nel cielo se ne può vedere una parte che appare come una scia luminosa che sembra un fiume di latte. Singolarmente ha dato il nome anche a tutte le altre, infatti galaxias in greco significa di latte.
Da sempre, l’uomo si orienta guardando le stelle ma secondo il biologo svedese Lund Eric Warrant non è l’unico in quanto ha scoperto che gli scarabei stercorari, quando si spostano di notte, prendono come riferimento la Via Lattea.
La stella più vicina al Sole ed alla Terra è Proxima Centauri che si trova a soli 4,2 anni luce di distanza, mentre la più lontana scoperta dal telescopio Hubble si trova, o forse si trovava poichè la luce captata è stata emessa 13,4 miliardi di anni fa, in una remota galassia. Le stelle visibili a occhio nudo sono state classificate nel II secolo a.C. dall’astronomo greco Ipparco, che le suddivise, così come avviene anche oggi, secondo la luminosità.
Le stelle, compreso il sole, sono giganteschi globi di gas incandescente dal diametro molto variabile. Alcune misurano appena 20-40 km mentre Betelgeuse, che non è neanche tra le più grandi e si trova nella costellazione di Orione, ha addirittura un diametro 650 volte maggiore di quello del Sole (1.392.000 km).
Le costellazioni sono invece gruppi di stelle che sembrano formare delle figure geometriche nel cielo e l‘Unione Astronomica Internazionale ne riconosce 88. È un sistema utile per distinguerle, ma è solo una convenzione anche perchè astri che sembrano vicini spesso si trovano invece ad una enorme distanza fra loro.
Guardando il cielo, l’uomo ha sempre avuto la tendenza a costruire delle forme unendo i puntini luminosi che indicano la posizione delle stelle, ma non sempre ha identificato le stesse cose. Ad esempio nella costellazione dell’Orsa Maggiore i Sumeri vedevano un carro, gli Egizi un ippopotamo, i Galli un cinghiale e i Romani addirittura sette buoi.
L’Orsa Maggiore è fondamentale per i naviganti perchè allungando la linea che unisce le prime stelle si trova la Stella Polare, che indica sempre il Nord. È una costellazione composta da 7 astri, che i Romani chiamavano Septem triones (appunto i sette buoi) che ha dato poi origine alla parola Settentrione.
La costellazione più famosa dell’emisfero australe è la Croce del Sud formata da quattro stelle molto luminose che indicano il Polo Sud celeste. Anche Dante stranamente ne parla nella Divina Commedia, anche se la prima descrizione di questa costellazione avvenne del 1516 e quindi molto tempo dopo la morte del poeta.
Le dodici costellazioni zodiacali, che si chiamano come i segni zodiacali, rappresentano quasi tutte animali (o comunque esseri viventi) e si trovano tutte lungo l’Eclittica cioè il percorso apparente del Sole sulla sfera celeste. Questa fascia della volta celeste è chiamata Zodiaco poichè in greco antico, zodiakòs significa strada degli animali.
L’ha ripubblicato su Ned Hamson's Second Line View of the News.
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