Già a partire dalla fine dell’800 gli scandali legati a suore, preti e prelati avevano grande rilevanza per la stampa di area socialista e così faceva notizia tutto ciò che poteva riguardare la corruzione morale e materiale del clero.
Fra i tanti scandali che coinvolsero la chiesa in quell’epoca, spicca quello che coinvolse il collegio dei Padri salesiani di Varazze. Nella cittadina ligure vi era un collegio costruito a spese della comunità locale che venne venduto ai padri salesiani al prezzo ridicolo di 40.000 lire. Inoltre i cittadini di Varazze dovevano a pagare prima 12.000 e poi 6.000 lire ai confratelli di don Bosco come contributo per le attività scolastiche.
Nel 1907 la signora Besson, figlia di un ex console francese presso il Regno di Sardegna, aveva avuto dal figlio Alessandro confessioni circa abusi sessuali subiti nel collegio di Varazze dov’era ospitato. La madre aveva obbligato allora il figlio a redigere un diario giornaliero dettagliato. Nel “Diario Besson” il ragazzo aveva raccontato di effigi del re distrutte, di messe nere tenute in “costume adamitico” e di atti sessuali fra i frati, le suore del vicino collegio di Santa Caterina da Siena ed alunni compagni.
Il diario del giovane riportava di fantasmi, che credeva anime dei trapassati, che apparivano nella notte invitando i ragazzi ad asportare dalle proprie case oggetti preziosi e denaro e di dare poi il tutto ai padri del collegio. Queste anime inoltre chiedevano ai ragazzi di compiere sacrifici, come prestare il proprio corpo o svegliarsi nella notte per pregare.
I ragazzi avrebbero avuto anche l’obbligo di assistere a messe tenute in strani abiti in cui le preghiere erano centrate sul fatto che il Governo dell’Italia sarebbe dovuto essere consegnato al Papa e all’Austria; ed ancora erano stati costretti a vedere l’impiccagione di un fantoccio raffigurante il re e la distruzione di un ritratto raffigurante Garibaldi.
Subito era partita un’inchiesta ed il 30 luglio 1907 dalle prime indagini risultò che cinque ragazzi avevano subito violenze comprovate da certificazione medica che aveva riscontrato lesioni da sevizie. Verso sera fu spiccato un mandato d’arresto per il sacerdote trentenne don Giulio Disperati, insegnante presso il ginnasio e per il guardarobiere del collegio, Giovanni Lattuada. Nel frattempo una folla inferocita si era recata sotto le finestre del collegio urlando invettive contro i padri salesiani. Anche a Savona e La Spezia vi furono dimostrazioni anticlericali, sobillate anche dalle forze socialiste e laiche radicate nelle due città portuali.
Giunse poi a Varazze la signora Besson per ritirare il figlio dall’istituto ma fu minacciata dagli abitanti tanto da dover essere messa sotto la scorta. Il giorno successivo “Il Corriere della Sera” riportava che il Vaticano accusava gli inquirenti di aver sottoposto i giovani “a una vera tortura morale da insidiosi interrogatori” e di aver estorto le confessioni anche con percosse. Le messe nere inoltre sarebbero state solo le messe da morto che vengono celebrate con le pianete nere.
La Segreteria di Stato Vaticano protestava anche contro la “vergognosa visita fatta da un medico scelto dagli interroganti” ed il Papa Pio X dichiarava di essere molto colpito dall’appoggio che il Governo aveva dato alla campagna anticlericale organizzata dalla massoneria e dal socialismo e che “i rappresentanti del Governo hanno tenuto un comportamento ributtante di settari” .
Gli inquirenti interrogarono separatamente gli alunni del collegio ed emerse che alcuni di essi avevano confermato gli abusi denunciati dal giovane Besson. Fu spiccato un mandato d’arresto nei confronti del padre salesiano don Musso che però si era già dato alla fuga e qualche giorno dopo anche un altro padre salesiano inquisito, tal don Rolla, fece perdere le sue tracce.
Il Corriere della Sera del 2 agosto riportava una descrizione caricaturale e quasi lombrosiana del ragazzo Besson: “Egli ha circa 14 anni ed è un tipo speciale, degno dello studio di qualche scienziato. Ha tutte le caratteristiche esteriori del rachitico e dell’isterico: molto sviluppato di statura ha, come tutti i rachitici, le gambe eccessivamente lunghe, il busto corto ed esile, il torace pochissimo sviluppato, ha capelli biondi e alquanto lunghi, occhi non molto vivi, naso aquilino, quasi privo di setto nasale, terminante a punta e alquanto aguzzo. Parla a scatti e pare sotto l’impressione continua di una grande agitazione non giustificata“.
Intanto i disordini ed i moti anticlericali stavano assumendo proporzioni preoccupanti. e vi erano stati diversi casi di religiosi aggrediti con carabinieri e dimostranti gravemente feriti e con chiese saccheggiate.
A Roma furono appesi manifesti dai filoclericali con i quali si dava sostegno alla tesi secondo cui i fatti di Varazze altro non erano che manovre massoniche e socialiste atte a screditare l’Italia nei confronti dei Paesi esteri. In Parlamento ci furono invettive di deputati di una parte contro quelli dell’altra, comizi nelle piazze di tutta Italia dove gli esponenti dell’ala filoclericale attaccavano duramente tutti i politici contrari alla Santa Romana Chiesa.
A Firenze fu aggredito il noto astronomo padre Guido Alfani, a Milano don Guido Gondangelo, a Roma l’abate dei cistercensi, don Amedeo de Bie, fu oggetto di una sassaiola come anche il vescovo di Faenza. A Palermo Padre Pasta venne soccorso da un giovane operaio filoclericale armato di rivoltella, il quale lo salvò da un gruppo di socialisti inferociti.
A Sampierdarena una folla inferocita si diresse al convento dei padri salesiani con l’intento di appiccarvi fuoco. I dimostranti sfondarono il portone e furono gli stessi frati, sparando sette colpi a vuoto, ad allontanare i manifestanti ma ci vollero un battaglione di alpini ed uno di finanzieri per disperdere i rivoltosi. Diversi collegi dei salesiani furono chiusi ed i preti fecero domanda per ottenere il porto d’armi.
La Chiesa sospese i pellegrinaggi previsti per il giubileo sacerdotale ed allora la Camera del Lavoro ligure indisse uno sciopero generale mentre invece le donne di Varazze organizzarono una marcia di sostegno ai padri salesiani. Il 5 agosto una nota dal Vaticano informava che la massoneria francese aveva speso in Italia circa 150.000 lire in quella campagna anticericale e sottolineava che i Besson erano francesi.
E così nell’estate del 1907 un ragazzo di quattordici anni fu ritenuto nel contempo un sognatore, un diffamatore e uno strumento della massoneria. Forse era solo un povero giovane molto stanco di essere vittima di abusi sessuali da parte dei padri salesiani del collegio di Varazze che, in quello stesso anno, ospitava anche l’allora undicenne Sandro Pertini futuro Presidente della Repubblica italiana.
non c’è mai niente di nuovo sotto il cielo italico
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Non c,è peggiore crimine di quello perpetrato contro ai bambini indifesi!!!!
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