Rosemary era la terza figlia e prima femmina dei coniugi Kennedy, su un totale di nove, e pochi hanno visto il suo volto perché è stata sempre tenuta nascosta e alla fine sottoposta a lobotomia anche se non era disabile ma aveva solo un lieve ritardo mentale dovuto al fatto che alla nascita il dottore arrivò in ritardo causando al feto un deficit di ossigeno.
Rosemary era lenta nei movimenti, alcune azioni non era in grado di farle, la lettura e la scrittura le risultavano molto difficili e scriveva da destra verso sinistra. A scuola non interagiva con i compagni e le uniche persone con cui si mostrava affettuosa erano i fratelli Joseph e John.
Il padre, Joe Kennedy, si rivolse ad una dottoressa di fiducia che gli consigliò l’ internamento di Rosemary e nessuno si oppose alla decisione del padre di sottoporla anche ad una lobotomia frontale voluta per gli sbalzi di umore della figlia e per la sua condotta sessuale libera e disinvolta. L’intervento ridusse Rosemary a uno stato vegetativo, divenne incontinente e trascorreva ore a fissare le pareti.
Le motivazioni per cui una persona a quei tempi veniva sottoposta alla lobotomia erano molto varie. Non solo era praticata agli individui con ritardi mentali o schizofrenie ma bastava avere dei comportamenti non accettati per ricevere il mandato di internamento. Probabilmente tutti i bambini che oggi presentano deficit di attenzione e iperattività sarebbero stati lobotomizzati. La lobotomia fu vietata solo nel 1950, quando ormai migliaia di persone erano già state ridotte ad uno stato vegetale.
Rosemary Kennedy aveva solo 23 anni e dopo l’operazione fu trasferita in decine di case di riposo e manicomi. Le visite dei familiari si fecero sempre più rade fino a quando poi nessuno andò a trovarla. Inoltre nella clinica gli altri pazienti venivano portati al cinema o in città durante la settimana, ma non lei. Rosemary Kennedy morì nel 2005 all’età di 86 anni, dopo essere rimasta sola per quasi 60 anni.